
Restaurate le tombe vandalizzate del cimitero israelitico al Verano

Le ferite inferte dal vandalismo e dalla furia degli elementi sono state rimarginate. Le tombe dell’ala israelitica del cimitero monumentale del Verano, un tempo oltraggiate e poi nascoste sotto il peso di pini e cipressi caduti, risplendono ora di nuova dignità. I cognomi – Sed, Spizzichino, Astrologo, Coen, Di Veroli, Piperno, Ginzburg, Zevi – tornano a farsi leggere sui marmi, affiancati dalle stelle di David, dalle Menorah e dai saluti in ebraico che accolgono i visitatori.
Come sottolinea il testo, «anche un marziano saprebbe di stare a Roma tra i sentieri dove riposano le salme degli ebrei romani». Un’identità forte, ora restituita grazie a un importante intervento di restauro. L’assessora capitolina Sabrina Alfonsi ha accompagnato i rappresentanti della Comunità ebraica in una visita alle tombe restaurate, segnando la fine di un periodo difficile iniziato con gli atti vandalici del 2017, seguiti nel 2019 e nel 2021 dai danni causati dalla caduta di alberi secolari su una novantina di sepolcri. Crolli che in alcuni casi avevano persino sventrato i loculi, rendendo visibili le ossa.
Il Dipartimento capitolino dell’Ambiente e Ama hanno investito un milione di euro per «rimettere letteralmente assieme le lastre di marmo e riqualificare l’area». Un impegno che l’assessora Alfonsi ha definito «un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, azienda partecipata e comunità cittadina, volto alla conservazione e valorizzazione di un’area di grande rilevanza storica e simbolica». Le ha fatto eco il presidente di Ama, Bruno Manzi, evidenziando come l’intervento abbia «garantito la sicurezza, la dignità e il decoro dei luoghi della memoria».
Un meticoloso lavoro filologico ha permesso di ricostruire i sentieri che ospitano i sepolcri della Comunità dal 1890 fino agli anni Settanta. «Abbiamo riaperto gli archivi per riscrivere nomi e ricomporre con le pietre le edicole dei costoni che incorniciano i loculi», ha spiegato il segretario della Comunità, Emanuele Di Porto.
Il rabbino capo Riccardo Di Segni ha espresso la sua soddisfazione: «Oggi c’è un sentimento di gratitudine per l’amministrazione perché hanno restituito alla città e alla pietà delle famiglie questo luogo di arte e di storia». Anche il presidente della Comunità, Victor Fadlun, ha riconosciuto l’impegno del sindaco Gualtieri: «Diamo atto al sindaco Gualtieri di aver compiuto nei tempi che avevano promesso i lavori di restauro».
I viali del Verano, tutt’altro che un luogo dimenticato, pulsano di storia e romanità, con le serpentine di pietra disegnate da Vincenzo Fasolo. La passeggiata tra le tombe si trasforma in un’occasione per rievocare ricordi, come la ricerca della tomba di Ernesto Nathan, sindaco di Roma, anch’egli sepolto qui.