
Possibile pista anarchica dietro all’incendio delle Tesla a Roma

Un grave incendio ha colpito una delle concessionarie Tesla a Roma, nella zona di Torre Angela, distruggendo 17 veicoli parcheggiati all’esterno. La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta, e l’incendio, avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, appare come un atto doloso, probabilmente legato ad un raid mirato. Le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza potrebbero rivelare la dinamica dell’attentato, aiutando gli investigatori a identificare i responsabili.
L’incidente, avvenuto in un’area sorvegliata, è stato prontamente commentato da Elon Musk, che ha definito l’incendio un “atto di terrorismo”. Tesla ha annunciato di collaborare attivamente con le autorità italiane per determinare le cause e scoprire i colpevoli, mentre le indagini proseguono con il supporto delle forze dell’ordine italiane, che monitorano anche l’ordine pubblico in seguito all’attacco.
«Stiamo attivamente investigando sull’accaduto», ha dichiarato Tesla in un comunicato, confermando la sua cooperazione con le forze di polizia. Gli investigatori esaminano anche altre evidenze, come il possibile utilizzo di liquidi acceleranti e inneschi per scatenare l’incendio. Le modalità d’azione ricordano quelle di altri attacchi simili, come quello recente in Germania, dove sette Tesla sono state incendiate dopo un appello globale di Anonymous contro Elon Musk.
Le autorità italiane non escludono collegamenti con gruppi anarchici e movimenti anti-Musk, come quelli che operano in Europa. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato la “possibile matrice anarchico-antagonista” dell’attacco, in seguito alla conferma di un modus operandi simile a quello dei gruppi di protesta violenta. La presenza di eventi legati al pensiero critico e all’anti-potere, come la Fiera dell’editoria anarchica, ha alimentato ulteriori sospetti su una rete di attivisti coinvolti in azioni violente contro il colosso delle auto elettriche.
«Possiamo ipotizzare che gruppi con collegamenti internazionali siano dietro questo attacco», ha commentato un investigatore. La rete di attivisti potrebbe essere legata alle azioni del gruppo tedesco “Vulkanegruppe”, noto per gli attacchi alle gigafabbriche Tesla. Mentre l’inchiesta prosegue, gli investigatori si concentrano sull’origine dell’attacco e sull’identificazione dei responsabili, cercando di stabilire se siano stati precedentemente effettuati sopralluoghi nella concessionaria di Roma.
L’incendio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle concessionarie Tesla in Italia e sull’efficacia delle misure preventive, con il Viminale che ha aumentato il livello di allerta in vista di possibili altri attacchi.