
Pompi, il re del Tiramisù, taglieggiato dal cognato: arrestato

Una spirale di minacce e violenza ha avvolto Roberto Pompi, affermato imprenditore romano noto come il “re del tiramisù”. A mettere fine al suo incubo sono stati i Carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo, che hanno arrestato il cognato dell’uomo, Giovanni Chirra, 42 anni. Il fermo ha svelato una torbida vicenda di estorsione e intimidazioni ai danni dell’imprenditore e di sua sorella, una coppia che in passato aveva teso più volte la mano economicamente all’arrestato. Le minacce di Chirra non avevano risparmiato nemmeno una familiare disabile dell’imprenditore, costretta su una sedia a rotelle.
Giovanni Chirra, residente ad Albano e con una storia di problemi legati all’abuso di alcool e droghe, era già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati contro il patrimonio. Nonostante percepisse la NASpI, l’indennità di disoccupazione, si era trasformato in una vera e propria ossessione per i suoi familiari. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Tenenza di Ciampino, Chirra era riuscito a estorcere all’imprenditore la considerevole somma di 80 mila euro e stava per impossessarsi di ulteriori 50 mila, denaro che, stando alle indagini, gli sarebbe servito per espatriare.
La vittima si era ritrovata in balia del cognato, al quale aveva persino offerto un’opportunità lavorativa nella sua azienda nel tentativo di aiutarlo. In un episodio particolarmente violento, il quarantaduenne aveva aggredito fisicamente la sorella, strattonandola e afferrandola per i capelli, nel tentativo di costringere il cognato a consegnargli il denaro richiesto.
Le violenze di Chirra, tossicodipendente, non erano un fatto nuovo per la sua famiglia. Anche la madre e la sorella avevano subito in passato i suoi comportamenti aggressivi, vivendo sotto la costante pressione delle sue richieste di denaro e delle sue violenze. Dopo la morte del padre, l’uomo si era trasferito a casa della madre, rendendole la vita domestica insostenibile.
Proprio per cercare di offrire un sostegno, Pompi aveva deciso di assumere il cognato nella sua azienda. Tuttavia, i continui atteggiamenti aggressivi e la sua indisciplina sul luogo di lavoro avevano portato a un inevitabile licenziamento per giusta causa. La coppia aveva inoltre cercato di aiutarlo economicamente fornendogli 30 mila euro per avviare un’attività, ma la somma era stata rapidamente dissipata dal quarantaduenne.
L’imprenditore si trovava ormai completamente sottomesso alle richieste del cognato, che ultimamente gli aveva intimato la consegna di 50 mila euro in contanti, minacciando, in caso di rifiuto, di coinvolgere esponenti della criminalità organizzata della Capitale.
Gli accertamenti bancari e patrimoniali condotti dai Carabinieri della Tenenza di Ciampino hanno confermato l’entità delle estorsioni. Da novembre scorso, l’imprenditore aveva versato all’uomo circa 80 mila euro, in parte tramite carte di pagamento intestate a Chirra, specificando nella causale “somme per la costituzione di una società”. Le indagini hanno rivelato due bonifici significativi: uno di 37.045,45 euro nel marzo 2025 e un altro di 36 mila euro.
Giovanni Chirra è stato trasferito nel carcere di Velletri, dove il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare, motivata dal concreto “pericolo di fuga” dall’Italia.