
Per il vigilantes che ha ucciso il ladro la Procura chiede il giudizio immediato

La vicenda di Antonio Micarelli, vigilantes 59enne, si avvia verso un processo rapido e senza udienza preliminare. La Procura di Roma ha infatti chiesto il giudizio immediato per omicidio volontario e tentato omicidio, in relazione alla sparatoria del 6 febbraio in via Cassia, quando l’uomo aprì il fuoco contro quattro rapinatori in fuga dopo aver aggredito una sua vicina di casa, uccidendo il 24enne Antonio Ciurciumel con un colpo che, diretto o di rimbalzo, lo ha raggiunto alla testa.
Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso la scena: alle 18.59, Micarelli spara due colpi verso un malvivente che corre verso il cancello, poi altri colpi contro l’auto dei rapinatori e infine contro un giovane che tenta di scavalcare una recinzione. Secondo gli atti, il vigilantes non avrebbe chiamato immediatamente i soccorsi ma un medico del suo palazzo, e poco dopo al telefono avrebbe detto: «È successo un casino, ho bisogno di un avvocato». Ciurciumel, colpito alla testa, morirà in ospedale poche ore dopo.
Il gip, nella convalida dell’arresto, aveva parlato di «una vera e propria caccia all’uomo, senza scrupoli e senza rispetto per la vita», sottolineando come il comportamento del vigilantes fosse andato oltre i limiti della legittima difesa.
Il vigilantes ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, raccontando di essere stato aggredito dai rapinatori con una mazza ferrata e di aver rischiato di essere investito dall’auto in retromarcia. «Non ho mirato al ragazzo, ma al cofano di una macchina parcheggiata», ha dichiarato davanti al gip. Secondo la sua versione, avrebbe esploso un colpo in aria a scopo intimidatorio e gli altri verso la parte posteriore dell’auto. Una ricostruzione smentita però dalle immagini delle telecamere, che non mostrerebbero né l’aggressione con la mazza né i tentativi di investimento. Per il gip, il materiale raccolto «smentisce totalmente la versione fornita dall’indagato».
La richiesta di giudizio immediato della Procura apre la strada a un processo diretto che si concentrerà sulla ricostruzione dei fatti e sulla valutazione della proporzionalità della reazione del vigilantes. Micarelli dovrà ora difendersi dall’accusa di omicidio volontario per la morte di Ciurciumel e di tentato omicidio nei confronti degli altri rapinatori in fuga.
Il caso, già molto discusso nell’opinione pubblica, rischia di diventare un nuovo banco di prova per il dibattito sulla legittima difesa in Italia.