
PA, rinnovi contrattuali: le sfide future e le richieste della FLP
Il recente stanziamento di circa 10 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego segna un passo importante per il settore, ma non risolve tutte le problematiche che persistono. Il segretario della FLP (Federazione dei Lavoratori Pubblici e delle Pubbliche Funzioni), Marco Carlomagno, ha analizzato con noi le sfide ancora aperte. Le principali questioni in gioco sono digitalizzazione, smart working, detassazione e percorsi di carriera. In particolare, il DDL Zangrillo sul merito ha suscitato dibattito: “È una rivoluzione”, ha dichiarato il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ma la FLP solleva delle riserve su alcune sue disposizioni.
Il DDL sul merito presentato da Zangrillo, che introduce un sistema di valutazione delle performance e un tetto al 30% delle eccellenze, ha suscitato perplessità nella FLP. Sebbene il sindacato concordi sull’importanza del merito e della riapertura dei percorsi di carriera, ritiene che il testo attuale interferisca con le prerogative delle parti sociali, riducendo il ruolo del contratto collettivo nazionale (CCNL). “La legge predetermina le percentuali di eccellenza e la ripartizione delle risorse, un’ingerenza nelle negoziazioni”, ha sottolineato Carlomagno. Inoltre, il sistema di valutazione rischia di risultare invasivo e generico, senza tener conto delle specificità delle diverse amministrazioni.
La FLP ritiene fondamentale un sistema di valutazione che coinvolga più attori e che preveda una valutazione circolare, anche dal basso verso l’alto, piuttosto che una visione gerarchica che coinvolge solo dirigenti e valutatori esterni.
Uno dei punti critici per la FLP riguarda la riforma dei percorsi di carriera, in particolare per i funzionari che aspirano a entrare nella quarta area (elevate professionalità). La creazione di questa area nel DL 80/2021 è stata ostacolata da sbarramenti normativi che favoriscono l’accesso dall’esterno, mettendo in discussione lo spirito del DDL Zangrillo che promuove l’accesso alla dirigenza come sviluppo di carriera interna. Inoltre, la riforma prevede un peso eccessivo sulla relazione del dirigente sovraordinato per l’ammissione alla fase di prova, rischiando di penalizzare i funzionari che non godono di un adeguato supporto nei confronti dei superiori.
“Il governo dovrebbe intervenire su quattro settori chiave. In primo luogo, sul fisco, è necessaria una lotta decisa contro l’evasione e l’elusione fiscale, insieme a una detassazione del salario di produttività, degli straordinari, della tredicesima mensilità e degli aumenti derivanti dai rinnovi contrattuali – ha commentato Carlomagno. – Per quanto riguarda le pensioni, la FLP è contraria all’innalzamento automatico dell’età pensionabile e alla mancanza di flessibilità nelle uscite dal lavoro. È anche necessario migliorare la tutela del potere d’acquisto delle pensioni. Sulla sanità, serve un aumento delle risorse destinate alla sanità pubblica, la valorizzazione dei professionisti socio-sanitari e una maggiore offerta pubblica per ridurre il ricorso al settore privato. Infine, per il lavoro pubblico, oltre a nuovi stanziamenti per il periodo 2025-2027, chiediamo l’eliminazione dei tetti alla contrattazione integrativa e un rafforzamento delle amministrazioni chiave, come le agenzie fiscali, per fronteggiare le carenze di organico.”
Carlomagno riconosce che, dopo anni di tagli lineari, si sta assistendo a un cambio di rotta nella pubblica amministrazione. Tuttavia, il sindacato avverte che non sono necessarie altre riforme-ombrello, ma azioni concrete. In particolare, è fondamentale investire in organici, competenze, infrastrutture, tecnologie e formazione, semplificando al contempo i rapporti con cittadini e imprese. Inoltre, va superato il blocco della contrattazione integrativa, garantendo una maggiore effettività nella distribuzione delle risorse. Carlomagno insiste anche sulla necessità di valorizzare le competenze interne e promuovere modelli organizzativi più orizzontali e flessibili, con l’adozione di lavoro agile, coworking e soluzioni che favoriscano il benessere organizzativo.
“Merito, qualità dei servizi e diritti del lavoro devono crescere insieme: sono la stessa politica industriale della Pubblica Amministrazione”, ha concluso Carlomagno.