
Ostia, ubriaco aggredisce infermieri al pronto soccorso del Grassi

Sabato sera, un uomo di 59 anni, in stato di ebbrezza, si è recato al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia per avere notizie della madre ricoverata. In attesa di parlare con i medici, si è seduto su una lettiga. Quando un’infermiera lo ha invitato ad alzarsi per motivi igienici, l’uomo è andato in escandescenza, aggredendo brutalmente quattro infermieri (due donne e due uomini) e un operatore socio-sanitario. La violenza dell’aggressione è stata tale da causare lesioni e contusioni a tutti gli operatori coinvolti, con una giovane infermiera che ha subito una pedata al viso.
Ad fermarlo sono stati i vigilanti in servizio, in attesa dell’arrivo dei carabinieri che lo hanno bloccato e arrestato per interruzione di servizio pubblico, aggressione, lesioni personali. L’uomo è stato poi trasferito nel carcere di Regina Coeli in attesa dell’udienza di convalida. Le cinque persone ferite, invece, hanno continuato a lavorare fino alla fine del turno, nonostante i 15 giorni di prognosi certificati dai medici. Un gesto di grande senso del dovere, che testimonia la dedizione e l’impegno degli operatori sanitari, anche in situazioni di emergenza e pericolo.
L’aggressione ha scatenato la solidarietà e la condanna da parte delle istituzioni e del mondo politico. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha espresso «piena solidarietà agli operatori sanitari» e ha ribadito che «queste violenze devono finire». Rocca ha sottolineato l’importanza di garantire la sicurezza del personale sanitario, che quotidianamente si trova a fronteggiare situazioni di stress e pericolo. Vicinanza è stata espressa anche dalla direzione generale della ASL Roma 3, che ha garantito supporto psicologico e legale al personale aggredito. L’ASL ha inoltre ringraziato i cinque operatori che, nonostante lo shock e le ferite, hanno continuato a lavorare fino alla fine del turno, dimostrando un grande senso di responsabilità e attaccamento al servizio.
Intanto, da più parti arriva la richiesta di potenziare il posto di polizia all’interno dell’ospedale di Ostia. Per Francesco Bucci, delegato alla Sicurezza di FI, «la carenza di personale tra le forze dell’Ordine non ha consentito sinora una presenza fissa 24 ore su 24 degli agenti». Bucci sottolinea come sia «necessaria la tutela che solo le forze dell’Ordine possono garantire» per consentire agli operatori sanitari di lavorare con maggiore serenità. La richiesta di una maggiore presenza delle forze dell’ordine all’interno degli ospedali è diventata sempre più urgente, soprattutto dopo i recenti episodi di violenza che hanno visto coinvolti medici e infermieri.
Il primario dell’emergenza, Giulio Maria Ricciuto, ha espresso al quotidiano Il Messaggero la sua preoccupazione per l’aumento degli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario. «L’aspetto più brutto – ha concluso Ricciuto – è stata la violenza con cui quell’uomo ha colpito le due infermiere. C’è poi la ferita psicologica ancora più difficile da curare. Il pericolo è che episodi del genere spingano il personale a non lavorare più in pronto soccorso, con pesanti contraccolpi sul servizio e sui pazienti. Sarebbe un peccato dopo tutti gli sforzi fatti che hanno restituito la fiducia ai cittadini nei confronti di questo ospedale». Le parole del primario Ricciuto evidenziano come la violenza non solo metta a rischio l’incolumità fisica degli operatori sanitari, ma abbia anche un impatto psicologico profondo, che può compromettere la loro capacità di lavorare serenamente e con dedizione.
Numerosi sono stati i messaggi di solidarietà e vicinanza espressi dai colleghi degli operatori aggrediti. Medici, infermieri e altri operatori sanitari hanno manifestato la loro indignazione per l’accaduto e hanno ribadito la necessità di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Molti hanno sottolineato come sia inaccettabile che chi si prende cura degli altri debba subire violenza e aggressioni.