
Omicidio di Fregene, ritrovata l’arma del delitto: un coltello da cucina

A poco più di un mese dall’efferato omicidio di Stefania Camboni, la 58enne uccisa con 34 coltellate nella sua villa di Fregene la notte tra il 14 e il 15 maggio, le indagini segnano una svolta decisiva. In un campo a circa cento metri dalla scena del crimine, i carabinieri di Fregene e del Nucleo Operativo Radiomobile di Ostia hanno rinvenuto un coltello da cucina, una maglietta intrisa di sangue e un cellulare che si presume appartenere alla vittima. La scoperta è stata resa nota dall’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni e del figlio Francesco Violoni.
Gli inquirenti hanno concentrato le ricerche nella zona tra via Santa Teresa di Gallura e via Agropoli, chiusa al traffico per tutta la giornata di ieri. Il coltello ritrovato, secondo Gabrielli, sarebbe compatibile con le ferite inferte alla vittima ed è “quello mancante al ceppo della linea Masterchef trovato nel seminterrato della villa”. Quel ceppo, portato dai coniugi Violoni-Crescenzi dopo il trasloco, presentava infatti una lama mancante. “Non abbiamo mai avuto dubbi che l’arma fosse stata abbandonata nei campi circostanti”, ha dichiarato il legale, aggiungendo che “ora l’accertamento scientifico della verità è vicino”.
I reperti saranno ora sottoposti a esami irripetibili sul DNA e sulle impronte, mentre l’analisi delle telecamere di sorveglianza della zona ha già fornito indizi utili: un’auto sospetta sarebbe stata ripresa mentre faceva avanti e indietro dalla villa al campo in pochi minuti, tempo sufficiente a liberarsi degli oggetti compromettenti. Proprio su via Agropoli, dove fu ritrovata l’auto della vittima, sono presenti almeno due impianti di videosorveglianza.
L’unica indagata resta Giada Crescenzi, nuora della vittima, attualmente in carcere. Il marito Francesco Violoni risulterebbe invece coperto da un alibi, poiché quella sera avrebbe lavorato tutta la notte. Il 23 giugno si svolgerà una nuova ispezione nella villa con i consulenti della famiglia Camboni e il generale Luciano Garofano, mentre il 24 saranno eseguiti gli accertamenti scientifici irripetibili. La difesa della Crescenzi, rappresentata dall’avvocata Anna Maria Anselmi, ha già dichiarato: “Il coltello mancante fu usato da Violoni molto tempo prima per cucinare”, sostenendo quindi che la lama fosse già nella cucina della villa ben prima del delitto.
Sarà la scienza forense a stabilire la verità definitiva. I nuovi ritrovamenti potrebbero chiarire le ultime ore di vita di Stefania Camboni e risolvere uno dei casi più scioccanti dell’ultimo periodo.