Olio del Lazio 2024/2025: produzione in crescita, ma resa in calo

20/01/2025

La stagione olearia 2024/2025 nel Lazio si distingue per una significativa ripresa della produzione rispetto all’anno precedente, anche se non mancano criticità legate ai cambiamenti climatici. La quantità di olio prodotto è passata da 7.000 a 15.000 tonnellate, con oltre 139.000 tonnellate di olive molite, ma la resa – il rapporto tra olive e olio prodotto – è stata inferiore del 50% rispetto alla media annuale. La qualità, invece, è stata eccellente, confermando il prestigio dell’olio extravergine d’oliva laziale. Come evidenziato ai media da David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio e Unaprol, “la situazione è decisamente migliore rispetto allo scorso anno, ma i cambiamenti climatici continuano a influenzare negativamente la produzione, alterando i tempi di maturazione delle olive“.

Il settore oleario laziale ha generato un giro d’affari di circa 60 milioni di euro, trainato dalle principali province produttrici. Viterbo si conferma al primo posto con 5.300 tonnellate di olio e oltre 51.000 tonnellate di olive molite, seguita da Roma con 4.100 tonnellate di olio e 40.000 tonnellate di olive lavorate, sostenuta anche dall’Igp Olio di Roma, ambasciatore del Made in Italy nel mondo. Anche le province di Latina, Frosinone e Rieti hanno incrementato la produzione, sebbene la resa sia stata generalmente bassa. La regione, con una superficie coltivata a olivo di 82.000 ettari, vanta quattro oli Dop (Canino, Sabina, Tuscia e Colline Pontine) e numerosi oli monovarietali Pat, che valorizzano il legame con il territorio.

Le sfide climatiche e le frodi rappresentano i principali ostacoli per il settore. Coldiretti e Unaprol promuovono una strategia incentrata sulla sostenibilità e sulla lotta alle frodi, chiedendo interventi strutturali come la realizzazione di invasi per una gestione idrica più efficiente. “Il nostro olio Evo – ha aggiunto Granieri – è un caposaldo della dieta mediterranea e un elisir di lunga vita, ma è essenziale tenere alta la guardia contro ogni forma di speculazione“. Il futuro dell’olivicoltura laziale passa attraverso innovazione, sostenibilità e promozione delle eccellenze territoriali per garantire una produzione di qualità e competitiva sui mercati internazionali.

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