
Notte di sangue al Quarticciolo: gambizzato pusher tunisino di 25 anni

Notte di sangue al Quarticciolo, dove un 25enne di origine tunisina è stato ferito da una scarica di proiettili mentre si trovava in via Manfredonia. Il giovane, noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio di droga, è stato colpito alla gamba e trasportato in codice rosso al policlinico Tor Vergata. Sottoposto a un intervento chirurgico, non è in pericolo di vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Casilino, supportati dal Nucleo Investigativo, che hanno repertato diversi bossoli e avviato la ricerca di immagini di sorveglianza per risalire agli autori dell’agguato.
Il ferito è stato interrogato ma ha omesso di rispondere ad alcune domande, lasciando intendere che l’episodio potrebbe essere collegato a una faida interna alle piazze dello spaccio del quadrante est di Roma, esplosa dopo una retata che ha colpito duramente la criminalità organizzata locale.
L’agguato è avvenuto a poche ore da un’importante operazione antidroga della Guardia di Finanza, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all’arresto di nove persone. Tra queste Manuel Grillà, considerato uno dei boss di zona, in contatto con Giuseppe Molisso e Leandro Bennato. Secondo gli inquirenti, Grillà era il principale fornitore di Manolo Cori, a capo della piazza di spaccio soprannominata “il gazebo” del Quarticciolo.
Le indagini hanno avuto una svolta grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, che hanno permesso di ricostruire il meccanismo criminale alla base di un sistema di distribuzione capillare di cocaina e hashish, destinata a rifornire quartieri come San Basilio, Tuscolano, Centocelle e lo stesso Quarticciolo.
Dietro lo spaccio locale, gli investigatori hanno scoperto una rete ben organizzata, con canali di approvvigionamento della droga provenienti non solo dai Paesi Bassi ma anche dalla Calabria, dove i fornitori erano legati alla potente cosca dei Nirto di San Luca, una delle famiglie di ‘ndrangheta più attive nel narcotraffico.
Gli inquirenti hanno lavorato per mesi decriptando chat, monitorando transazioni finanziarie e seguendo gli spostamenti di denaro e stupefacenti. Il risultato è stata la mappatura di una vera e propria organizzazione criminale, con capi, intermediari e una logistica solida capace di garantire un flusso continuo di droga verso la Capitale. Il blitz di lunedì ha decapitato temporaneamente la struttura, ma gli spari della notte rivelano che la guerra per il controllo del territorio è tutt’altro che finita.