
Multe più severe per l’abbandono di animali e carcere per le uccisioni

Dopo vent’anni di attese, appelli e modifiche legislative, l’Italia compie un passo storico nella tutela degli animali. Il Senato ha approvato in via definitiva la riforma sui reati contro gli animali, accogliendo quasi all’unanimità un disegno di legge che rafforza in modo significativo le sanzioni per chi maltratta, uccide o traffica esseri viventi. Il testo, firmato dalla deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla, introduce pene fino a 4 anni di carcere e multe fino a 160.000 euro, oltre a una banca dati nazionale per tracciare i trasgressori. “È una grandissima vittoria per il nostro Paese”, ha commentato Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali, sottolineando come ora la legge “tuteli direttamente gli animali e non solo il sentimento umano verso di loro”.
La nuova normativa modifica 15 articoli del Codice penale, di procedura penale e del D.lgs. 231/2001, dando piena applicazione all’articolo 9 della Costituzione italiana, aggiornato nel 2022 per includere la protezione dell’ambiente e degli animali. Tra le novità più rilevanti: fino a 4 anni di reclusione e 60.000 euro di multa per chi uccide un animale, aggravate se sono coinvolti minori, più vittime o se il gesto viene diffuso online. I maltrattamenti comportano fino a 2 anni di carcere, mentre i combattimenti clandestini prevedono pene fino a 4 anni e 160.000 euro di multa per gli organizzatori. Saranno puniti anche gli spettatori e scommettitori, con pene fino a 2 anni. Viene vietato abbandonare animali, tenere i cani alla catena e usare pellicce di gatto domestico. Chi traffica cuccioli rischia da 4 a 18 mesi di carcere e multe fino a 30.000 euro. Una novità operativa importante è l’istituzione di una banca dati accessibile in tempo reale alle forze dell’ordine, con l’estensione di misure antimafia ai recidivi.
Il voto in Aula è stato accompagnato da consenso bipartisan. Numerosi parlamentari, da destra a sinistra, hanno richiamato la celebre frase di Gandhi secondo cui “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Non sono mancati riferimenti simbolici, come quello al barboncino Dudù, icona affettiva del centrodestra. Il senatore Pierantonio Zanettin (Forza Italia) ha dedicato il voto a Silvio Berlusconi, mentre la senatrice leghista Erika Stefani ha parlato di “rivoluzione copernicana”. Michaela Biancofiore ha ricordato casi eclatanti di violenza, come quelli di Angelo, Aron e Leone, vittime di torture e uccisioni efferate.
Le associazioni animaliste salutano con favore il nuovo impianto normativo, pur evidenziando alcune criticità. Walter Caporale (Animalisti Italiani Onlus) lo definisce “una conquista storica” ottenuta grazie a 400.000 firme e anni di battaglie, ma segnala come permangano alcune deroghe, come l’uso della catena in certi casi o l’assenza di un divieto assoluto per i recidivi. WWF Italia e Legambiente chiedono pene più severe per il bracconaggio e il traffico di specie protette, e invitano il governo a recepire la direttiva europea 2024/1203 sui crimini contro la fauna selvatica.