
Manovra 2026, tagli per 8 miliardi e nuova tassa sulle banche

Il governo chiude il cerchio sulla manovra economica 2026, definendo i contorni di una strategia improntata al rigore e alla redistribuzione delle risorse. I ministeri saranno chiamati a contribuire con tagli e risparmi per 8 miliardi di euro nell’arco del triennio, di cui 2,3 miliardi già nel 2025 per garantire la copertura delle misure previste dalla legge di Bilancio. L’obiettivo è rispettare i vincoli del nuovo Patto di Stabilità e Crescita europeo, che impone un controllo stringente sulla spesa pubblica. Parallelamente, il governo ha trovato un compromesso sulla tassa alle banche e alle assicurazioni, uno dei punti più divisivi nella maggioranza.
Secondo le tabelle del Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles, la revisione della spesa sarà una delle colonne portanti della manovra. Il ministero del Lavoro dovrà contribuire con quasi un miliardo di euro, mentre il ministero della Cultura dovrà trovare risparmi tra 200 e 300 milioni. L’Università punta invece a preservare i fondi per le borse di studio e il Finanziamento Ordinario delle università, che nel 2025 crescerà fino a 9,4 miliardi.
Il governo parla di un “efficientamento della spesa corrente”, con rimodulazioni di bilancio che non compromettano gli interventi già in corso. Il ministero delle Imprese sta rivedendo il Fondo di garanzia per le PMI, il Viminale i costi di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, mentre la Salute analizza la spesa per ricoveri e attività intramoenia. Tra le misure al vaglio anche la sostituzione delle mense con buoni pasto e la riduzione del parco auto della Pubblica Amministrazione.
Tra le entrate strutturali, un ruolo chiave sarà giocato dalla revisione del calendario fiscale del tabacco, che garantirà introiti aggiuntivi nel triennio 2026-2028. L’aumento progressivo delle accise sulle sigarette potrebbe portare, entro il 2028, a un incremento complessivo di 1,5 euro per pacchetto. Inoltre, la revisione del Pnrr porterà circa 5 miliardi nel 2026, legati all’ottava rata del piano europeo.
Nel complesso, le coperture della manovra ammontano a circa 17,5 miliardi di euro, includendo 200 milioni di entrate una tantum e 2,1 miliardi accantonati per far fronte a contenziosi, tra cui quello con Tim sul canone del 1998, il cui valore sfiora i 900 milioni.
La giornata di confronto sulla tassa alle banche e alle assicurazioni si è conclusa con un compromesso, dopo ore di tensione tra Lega e Forza Italia. Alla fine, è stato deciso di aumentare di due punti l’Irap per il settore, portando l’aliquota dal 4,65% al 6,65%, e di ridurre dal 40 al 27% l’aliquota della cosiddetta exit tax, che consente agli istituti di sbloccare le riserve accantonate nel 2023.
Il mix tra incremento dell’Irap e contributo “volontario” dovrebbe garantire 5 miliardi di euro, di cui 600 milioni provenienti dalle assicurazioni. Le risorse saranno destinate soprattutto alla sanità, che nel 2026 raggiungerà un finanziamento di 7,4 miliardi, con un incremento di 2,4 miliardi rispetto all’anno in corso.
La premier Giorgia Meloni ha mediato tra le diverse posizioni: «Dobbiamo trovare una soluzione insieme», avrebbe detto ai vertici dell’Abi, mentre Salvini ha esultato per la rottamazione delle cartelle, ribattezzata “pace fiscale”, e Tajani ha rivendicato la vittoria politica di aver evitato una “tassa sovietica” sugli extraprofitti. Tuttavia, le banche restano in allerta e potrebbero reagire con una presa di posizione ufficiale contro la misura.