
L’Italia lancia l’allarme Libia: il piano del Governo per fermare l’escalation

La situazione in Libia è precipitata negli ultimi mesi, con gli scontri tra le milizie armate e il governo di Tripoli che rischiano di sfociare in una nuova guerra civile. L’escalation militare nella capitale libica ha suscitato forti preoccupazioni, soprattutto in Europa, con l’Italia che ha sollecitato l’Unione Europea ad agire rapidamente. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha presentato un piano di azione durante il Consiglio affari esteri dell’Unione Europea per cercare di fermare l’escalation e convincere le principali fazioni, come il primo ministro Dbeibeh e il feldmaresciallo Haftar, a firmare una tregua. L’obiettivo finale sarebbe quello di organizzare finalmente le elezioni, ma la situazione sul terreno è tutt’altro che stabile.
Una delle preoccupazioni principali esposte dal governo italiano riguarda la crescente presenza della Russia in Libia, una minaccia significativa per l’Europa. La penetrazione russa, che in passato è stata attribuita alla milizia Wagner, ha preso una nuova forma con l’arrivo dell’Afrikanskij Korpus. In Cirenaica, la situazione sta diventando sempre più tesa, con i militari russi che sembrano intenzionati ad intensificare la loro influenza nella regione, con ripercussioni per la sicurezza del Mediterraneo e dell’Unione Europea.
«La sempre più profonda penetrazione in Libia di attori avversari, specialmente la Russia, pone una minaccia significativa all’Unione», ha dichiarato la Farnesina nel documento presentato a Bruxelles.
Di fronte a questa minaccia, l’Italia ha avanzato una proposta concreta per il futuro della Libia e della regione mediterranea. Tra le soluzioni avanzate c’è il rilancio della missione navale europea Irini, che ha il compito di fermare i traffici illeciti nel Mediterraneo, tra cui il traffico di esseri umani. L’Italia propone di intensificare l’uso della missione insieme ad Eubam, un’iniziativa di supporto alla guardia costiera libica. Le due missioni sono considerate fondamentali per consolidare la cooperazione tra l’Unione Europea e la Libia, cercando di bloccare i flussi migratori irregolari che partono dalle coste libiche.
A sostegno della proposta, il governo italiano ha ottenuto il pieno sostegno della Francia, che ha mostrato un forte interesse nel risolvere la crisi libica. La visita del presidente francese Emmanuel Macron a Roma lo scorso giugno ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali, con un focus sulla stabilizzazione della Libia e sul contrasto alla crescente influenza russa.
Il coinvolgimento dell’Italia nella gestione della crisi libica è cruciale non solo per la sicurezza interna, ma anche per il futuro della stabilità nell’intera regione. L’Italia ha fatto della questione libica una priorità nelle sue relazioni internazionali, lavorando per riportare la Libia al centro dell’agenda europea. L’obiettivo è evitare che il Paese diventi una piattaforma per attori esterni che minacciano la sicurezza europea.
«L’Est e il Sud della Libia sono già le principali teste di ponte della proiezione militare russa in Africa», ha affermato Giorgia Meloni, mettendo in guardia sull’importanza di agire prima che la situazione diventi irreversibile. Con l’Unione Europea e la NATO impegnate su altri fronti, l’Italia ha fatto sentire la sua voce in modo deciso, cercando alleati in un contesto internazionale sempre più complesso.