
L’Immacolata di Leone XIV: la sua prima volta in piazza di Spagna
La celebrazione dell’Immacolata è diventata, nelle parole di Leone XIV, una preghiera personale e profondamente umana. In mezzo alla folla assiepata tra via Condotti e piazza di Spagna, il Papa ha affidato alla Vergine un messaggio per Roma e per un mondo attraversato da fratture e sofferenze. «Immacolata, donna di infinita bellezza, abbi cura di questa città, di questa umanità. Indicale Cristo», ha detto rivolgendosi alla statua eretta da Pio IX nel 1854. Un invito alla pace che arriva mentre l’Anno Santo si avvia alla conclusione e lascia spazio ai bilanci e ai desideri, a cominciare dal bisogno urgente di riconciliazione. «Dopo le Porte Sante, si aprano ora altre porte di case e oasi di pace», ha proseguito il Pontefice, richiamando l’umanità a ritrovare dignità e non violenza.
La folla, stimata in circa trentamila persone, era stretta dietro le transenne e seguiva la cerimonia amplificando canti e litanie. Una partecipazione emotiva che conferma la forza della devozione popolare nelle ricorrenze mariane. Tra le autorità presenti anche il sindaco Roberto Gualtieri, salutato affettuosamente dal Papa. Questo momento simbolico, da sempre preludio ai riti natalizi, è apparso ancor più significativo alla luce dei conflitti e delle tensioni che segnano l’attualità globale.
Nella sua preghiera, Leone XIV ha evocato Roma come punto ideale di collegamento tra popoli e pellegrini, ricordando gli oltre trenta milioni di fedeli arrivati nella Capitale per il Giubileo. «Fiorisca la speranza giubilare a Roma e in ogni angolo della terra», ha auspicato, sottolineando il ruolo della città come centro di un’umanità che chiede giustizia e speranza. Una speranza definita «virtù bambina», rievocando Charles Péguy.
A pochi metri dalla folla radunata sotto la colonna mariana, in Vaticano monsignor Rino Fisichella inaugurava la tradizionale esposizione dei cento presepi. Nei prossimi giorni verranno presentati anche l’albero natalizio alto 27 metri e il grande presepe donato quest’anno dal Costa Rica, un’opera intitolata “Nacimiento Gaudium”, dedicata alla tutela della vita fin dal concepimento. Dopo la controversia dello scorso anno, quando una kefiah posta su Gesù Bambino generò una polemica internazionale, quest’edizione è stata curata con particolare attenzione.
Il programma liturgico proseguirà con la messa della notte di Natale, che Leone XIV riporterà all’orario tradizionale delle 22, e con il primo messaggio urbi et orbi del nuovo Pontefice il 25 dicembre. Seguiranno il Te Deum di fine anno e la messa del 1° gennaio, dedicata come sempre alla Giornata mondiale della Pace. Con l’Epifania, Leone XIV chiuderà ufficialmente la Porta Santa, segnando la conclusione del Giubileo.
La festa dell’Immacolata è arrivata quest’anno nel pieno di una controversia teologica di vasta portata. Alcuni giorni fa il Vaticano ha pubblicato una Nota dottrinale che chiarisce definitivamente che la Madonna non può essere definita “corredentrice”. Un termine diffuso nel corso dei secoli, presente anche in documenti ufficiali dell’ex Sant’Uffizio e in vari interventi papali, ma che per la teologia attuale attribuisce alla Vergine un ruolo non coerente con la centralità di Cristo nella Redenzione.
La decisione, approvata da Leone XIV, nasce dall’esigenza di evitare equivoci nella terminologia dogmatica, ma ha suscitato reazioni accese soprattutto nelle aree più tradizionaliste della Chiesa, dove la formula continua a essere considerata parte di una lunga tradizione devozionale. Questa “bufera”, come molti l’hanno definita, rischia di accompagnare la Chiesa anche oltre il Giubileo, aprendo un nuovo fronte di confronto interno.
E mentre la dottrina si interroga sulla corretta definizione mariana, la scena di piazza di Spagna restituisce un’immagine opposta: migliaia di persone raccolte intorno alla preghiera del Papa, un momento di comunione e speranza che unisce la città e guarda al mondo con lo sguardo dell’Immacolata.