
Legge di bilancio 2026, la CSE: “Servono più risorse su fisco, sanità e pensioni”

La Confederazione Indipendente Sindacati Europei (CSE) ha partecipato all’incontro tra Governo e parti sociali dedicato alla Legge di Bilancio 2026, portando al centro del confronto i temi del fisco, delle pensioni, della sanità e del lavoro pubblico. Un’occasione, secondo il segretario generale Marco Carlomagno, che “conferma la volontà dell’esecutivo di confrontarsi con tutte le confederazioni sindacali rappresentative del lavoro pubblico e privato”.
Per la CSE, la questione fiscale resta una priorità. “In Italia abbiamo un paradosso: più di 100 miliardi di euro all’anno tra evasione ed elusione fiscale, con lavoratori e pensionati che si fanno carico dell’80% del gettito”, ha spiegato Carlomagno. Il sindacato chiede una lotta efficace contro evasione e elusione, insieme alla detassazione del salario di produttività, degli straordinari e della tredicesima mensilità, sia per il privato che per il pubblico impiego. L’obiettivo, sottolinea Carlomagno, è una riforma organica del fisco basata su progressività ed equità, per restituire potere d’acquisto a chi vive di reddito da lavoro o da pensione.
Sul fronte previdenziale, la CSE definisce le misure ipotizzate come “provvedimenti parziali e tampone in attesa della riforma vera e propria”. Il previsto aumento di tre mesi dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi rappresenta, secondo Carlomagno, un ulteriore irrigidimento del sistema. “Il combinato disposto tra la mancanza di flessibilità in uscita, la minore tutela del potere d’acquisto e il trattenimento del TFS dei lavoratori pubblici è per noi inaccettabile”, ha dichiarato il segretario.
Per quanto riguarda la sanità, la CSE chiede più fondi e una migliore gestione di quelli esistenti, oltre alla valorizzazione del personale sociosanitario e al rafforzamento del servizio pubblico per ridurre il ricorso al privato. Tra le proposte anche l’aumento della soglia di esenzione dal ticket, ferma da vent’anni a 36.000 euro lordi.
Sul lavoro pubblico, il sindacato riconosce positivamente la previsione di stanziamenti per i rinnovi contrattuali 2025-2027, ma chiede tempi rapidi per l’avvio delle trattative all’Aran. “Ci sono molti aspetti che vanno rivisti, dalla detassazione del salario accessorio al potenziamento degli organici ispettivi per la sicurezza sul lavoro”, ha aggiunto Carlomagno, ricordando la necessità di sostenere le riforme in corso nelle Agenzie fiscali e nelle Dogane con risorse adeguate.
In conclusione, la CSE auspica una manovra che non aumenti le diseguaglianze, ma che favorisca sviluppo, occupazione e giustizia sociale, anche attraverso una tassazione sugli extraprofitti e sulle speculazioni, e il pieno utilizzo delle risorse europee del PNRR. “È necessario costruire una visione di crescita che valorizzi il lavoro e la ripartenza dell’economia. Servono più stanziamenti e un impegno concreto per l’equità”, ha concluso Carlomagno.