
Lazio, presentato il Piano per la difesa delle coste: 90 milioni contro l’erosione

La Regione Lazio ha presentato il Piano per la difesa delle coste, un progetto da 90 milioni di euro che punta a proteggere dall’erosione i 361 chilometri di litorale regionale. Un’iniziativa che segna un cambio di passo nella lotta a un fenomeno che, negli ultimi quattordici anni, ha modificato il volto di oltre il 60% delle coste. Particolarmente colpita la provincia di Roma, dove Ostia ha perso quasi 31 ettari di arenile.
Il governatore Francesco Rocca, la vicepresidente Roberta Angelilli e l’assessore Fabrizio Ghera hanno illustrato i dettagli dell’intervento, definito «storico» per entità e visione. «Questa delibera stanzia una somma importante senza precedenti. La costa non è solo bellezza naturale, è memoria collettiva delle nostre comunità», ha dichiarato Rocca. Angelilli ha ricordato i tempi serrati: «Siamo partiti da 45 milioni, ora abbiamo più che raddoppiato le risorse. Dobbiamo concludere entro il 2028». Ghera ha sottolineato che non si tratta più di «interventi a spot, ma di un piano generale realizzato insieme all’Università Roma Tre».
Il piano si articola in interventi fissi e mobili. Tra i primi figurano barriere costiere, come la scogliera che difende la Fontana dello Zodiaco a Ostia, strutture sommerse e barriere trasversali o distaccate per ridurre l’impatto del moto ondoso. Sul fronte mobile, sono previsti ripascimenti “liberi”, cioè il versamento di sabbie ecocompatibili, e ripascimenti “protetti”, più costosi ma duraturi, che uniscono sabbia e barriere.
Un capitolo importante riguarda le cave a mare: giacimenti regionali di sabbia individuati con La Sapienza a Terracina, Anzio e Montalto di Castro, che forniranno materiale per i ripascimenti. A ciò si aggiungono le operazioni di dragaggio nei porti e nei canali per rimuovere i sedimenti e garantire un ricambio costante di materiale.
Elemento cardine del Piano è il monitoraggio scientifico. Attraverso convenzioni con enti e società specializzate saranno utilizzati satelliti e droni per aggiornare in tempo reale le mappe della linea di costa e valutare l’efficacia degli interventi. Questo approccio consentirà di programmare con precisione le manutenzioni e di adattare le opere alle evoluzioni del fenomeno erosivo.
Secondo i dati regionali, sono 113 i chilometri di costa considerati ad alta vulnerabilità. Le criticità maggiori riguardano l’area di Ostia, la costa tra Civitavecchia e Ladispoli, il litorale di Anzio e Nettuno, oltre a tratti sensibili del litorale pontino, tra cui Terracina e Sabaudia, fino alla zona di Montalto di Castro. Qui l’erosione ha già prodotto danni significativi, riducendo la superficie delle spiagge e mettendo a rischio non solo l’equilibrio ambientale, ma anche la tenuta economica di interi comparti turistici.
L’erosione costiera non è soltanto un problema ambientale, ma rappresenta una minaccia economica diretta per il Lazio. Il turismo balneare è infatti una delle voci principali del PIL regionale: dalle spiagge di Ostia e Anzio fino al litorale pontino e alla Maremma laziale, ogni anno migliaia di stabilimenti e attività ricettive dipendono dalla tenuta degli arenili. La perdita di sabbia e la riduzione delle spiagge comportano cali di presenze, minori introiti e danni anche per la filiera della ristorazione e dei servizi collegati. Secondo le stime regionali, ogni ettaro di spiaggia erosa può tradursi in centinaia di migliaia di euro di mancati guadagni per la stagione turistica.
Per questo il Piano non è solo un progetto ambientale, ma anche un investimento strategico per garantire occupazione, attrattività e competitività al litorale laziale, proteggendo al contempo un patrimonio naturale che rappresenta identità e memoria collettiva delle comunità costiere.