
Latina, salgono a 21 i casi acclarati di West Nile virus

È allarme West Nile virus nel Lazio, dove i casi confermati sono saliti a 21, inclusa una donna deceduta la scorsa settimana presso l’ospedale di Fondi. I nuovi dodici contagi, confermati dall’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, portano a 20 il numero di persone attualmente colpite dal virus. Tutti i casi si sono verificati nella provincia di Latina, coinvolgendo i comuni di Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia. Attualmente, 10 pazienti risultano ricoverati in reparti ordinari, 6 sono seguiti a domicilio, 2 sono stati dimessi e 2 si trovano in terapia intensiva.
Oltre ai casi umani, è stato riscontrato anche un animale infetto nel comune di Terracina. Il Dipartimento Prevenzione della Asl di Latina, in collaborazione con il servizio veterinario, ha avviato immediatamente un sopralluogo nella zona di esposizione, senza però individuare focolai larvali visibili della zanzara Culex pipiens, principale vettore del virus. È scattata la disinfestazione straordinaria secondo quanto previsto dal Piano Nazionale Arbovirosi 2020-2025, che include rimozione della vegetazione, trattamenti larvicidi e bonifiche. Il sindaco di Terracina, Francesco Giannetti, ha firmato un’ordinanza per rafforzare gli interventi e garantire il monitoraggio costante in sinergia con la Asl: “L’amministrazione comunale è in costante contatto con le autorità sanitarie per adottare tutte le misure necessarie”, si legge in una nota ufficiale.
Il virus West Nile appartiene alla famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. Oggi è diffuso in Africa, Asia, Europa, Australia e America. I serbatoi naturali del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, con le punture di quest’ultime come principale mezzo di trasmissione all’uomo. L’infezione può essere anche trasmessa, in casi rari, tramite trasfusioni di sangue, trapianti di organi o da madre a feto, ma non si trasmette da persona a persona.
I sintomi sono assenti nella maggior parte dei casi. Nel 20% degli infetti si registrano malesseri lievi come febbre, nausea, mal di testa, mentre meno dell’1% sviluppa complicazioni gravi come encefaliti, paralisi e in rari casi la morte. La prevenzione resta la migliore difesa: evitare le punture di zanzara utilizzando repellenti, indossando abiti coprenti, applicando zanzariere, svuotando contenitori con acqua stagnante e tenendo puliti giardini e terrazze.
Attualmente non esiste un vaccino contro il West Nile né una terapia specifica. I casi lievi si risolvono spontaneamente, mentre nei più gravi si rende necessario il ricovero ospedaliero con trattamenti di supporto, come fluidi intravenosi e assistenza respiratoria. Con la stagione estiva in pieno corso, le autorità sanitarie invitano la popolazione alla massima attenzione, soprattutto nelle aree già interessate dai contagi.