
Landini, insulto sessista a Meloni: divampa la polemica

Le parole pronunciate da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, durante una trasmissione televisiva, hanno scatenato una tempesta politica. Il leader sindacale ha definito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “una cortigiana”, aprendo un nuovo fronte di tensione tra governo e sinistra e generando condanne da tutto l’arco parlamentare.
Meloni, che da mesi denuncia un atteggiamento ostile nei suoi confronti, ha risposto con durezza: «Ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra, quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta». La premier ha poi rilanciato sui social la definizione del termine “cortigiana” tratta dal dizionario Oxford Languages, sottolineando che il significato comunemente attribuito alla parola è offensivo e degradante.
Dopo la bufera mediatica, Landini ha cercato di ridimensionare le sue parole, sostenendo di aver espresso «un giudizio politico e non di altro tipo»: «Nessun sessismo – ha dichiarato – intendevo dire che Meloni è stata alla corte di Trump e ha seguito la sua linea politica». Ma la precisazione non è bastata a spegnere le polemiche. Anche perchè la precisazione sottintende che il segretario della Cgil non conosce le significato delle parole che proferisce. Dare della cortigiana a una donna significa etichettarla come prostituta, non c’è molto da spiegare. A meno di ammettere di non conoscere il significato del termine.
Le reazioni sono state immediate. Maurizio Lupi (Noi Moderati) ha chiesto che «Schlein e la sinistra prendano subito le distanze», mentre dal fronte riformista del Partito Democratico sono arrivate condanne più esplicite. Il senatore Filippo Sensi ha invitato Landini a chiedere scusa, e la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno ha espresso «solidarietà a Giorgia Meloni», ricordando che «il linguaggio sessista è un ostacolo concreto alla piena agibilità democratica delle donne».
Duro anche il vicepremier Antonio Tajani, che ha definito le parole del segretario Cgil «volgari e sessiste» e ha aggiunto: «Chi ricopre incarichi importanti dovrebbe essere d’esempio, soprattutto ai giovani. Giorgia, ti abbraccio».
Dal fronte di Fratelli d’Italia, il coro di solidarietà alla premier è stato unanime. Fabio Rampelli ha definito le parole di Landini «vergognose, machiste e da frustrato», invitando il sindacalista a «frequentare un corso di gestione della rabbia».
Ma l’episodio ha creato anche forte disagio nella sinistra. Nel Pd molti dirigenti hanno parlato di “autogol clamoroso”, e alcuni, in via riservata, hanno commentato che «Landini ha perso la testa». Dalla parte centrista, Carlo Calenda ha attaccato: «Se la sinistra ritiene che con gli insulti batterà la destra, si sbaglia di grosso. Landini si occupi di Stellantis, Ilva e bollette, non di offese televisive».
Intanto, dal Movimento 5 Stelle nessun commento ufficiale: il silenzio, secondo indiscrezioni, sarebbe legato alla volontà di mantenere buoni rapporti con il sindacato in vista di possibili alleanze future.