
La premier Meloni spinge ora per i tagli alle tasse del ceto medio

La manovra 2025 entra nel vivo del dibattito politico. Da un lato la premier Giorgia Meloni ribadisce la volontà di concentrare la prossima legge di Bilancio sul ceto medio, con un taglio dell’Irpef e nuove misure fiscali. Dall’altro, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti richiama alla prudenza, avvertendo che le tensioni internazionali e le sfide legate alla difesa europea rischiano di ridurre i margini di spesa.
Parlando alla festa dell’Udc, la premier ha assicurato che il governo manterrà gli impegni: «Noi abbiamo smesso di gettare i soldi dei cittadini dalla finestra. Nonostante i debiti lasciati dai nostri predecessori non abbiamo aumentato le tasse, le abbiamo abbassate. Ora vogliamo concentrarci con la prossima legge di bilancio sulla pressione fiscale nei confronti del ceto medio». La misura più attesa riguarda la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, con l’ampliamento dello scaglione da 50mila a 60mila euro. L’intervento, stimato tra i 4 e i 5 miliardi di euro, punta anche a contrastare il cosiddetto fiscal drag, che penalizza i lavoratori a causa dell’inflazione.
Meno ottimista il titolare del Tesoro, che da Aosta ha sottolineato: «Il quadro su cui c’era una sicurezza si è complicato un po’ con tutte le vicende che a livello internazionale sono divampate e che non dipendono dal governo». Il riferimento è alla crescente instabilità ai confini tra Polonia e Bielorussia e allo sconfinamento di droni russi, eventi che spingono l’Europa a rafforzare il capitolo delle spese per la difesa e il sostegno all’Ucraina. Un contesto che potrebbe limitare la possibilità di includere infrastrutture come il Ponte sullo Stretto tra le spese considerate utili ai fini Nato.
Il governo sta lavorando anche a una nuova forma di rottamazione delle cartelle esattoriali, che riguarda circa 20 milioni di italiani con debiti fiscali arretrati. Giorgetti ha spiegato: «È una pietra al collo per i cittadini e un magazzino fiscale che non si smobilizza mai per lo Stato. Serve una chiusura pluriennale di questa massa di crediti». L’obiettivo è duplice: alleggerire famiglie e imprese e ridare linfa all’economia. Quanto alla flat tax per i lavoratori dipendenti, cavallo di battaglia della Lega, Giorgetti non ha escluso l’ipotesi, ma ne ha rinviato la discussione a un futuro meno incerto.
La sfida della prossima legge di Bilancio sarà quindi trovare un equilibrio tra promesse al ceto medio e prudenza finanziaria, in un momento in cui anche le agenzie di rating si apprestano a esprimere un nuovo giudizio sui conti italiani.