
La confessione dell’assassino di Denisa: “L’ho uccisa perchè mi ricattava”

Ha confessato Vasile Frumuzache, 32 anni, guardia giurata e padre di famiglia, accusato dell’omicidio di Maria Denisa Adas, 30enne romena trovata morta a Montecatini Terme. L’uomo, residente a Monsummano Terme, ha ammesso di aver ucciso la donna per vendetta: “Mi ricattava, per questo l’ho uccisa”, ha dichiarato agli inquirenti. Denisa, conosciuta come Alexandra su un sito di incontri, lavorava come escort e viveva a Roma, nel quartiere di Torpignattara, insieme alla madre.
La donna era scomparsa il 15 maggio a Prato, dove si era recata per incontrare dei clienti. Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno mostrato Frumuzache entrare nella sua stanza d’albergo alle 22.50, con un borsone nero. Ne era uscito due ore dopo, trascinando un trolley bianco appartenente alla vittima. All’interno di quella valigia era stato nascosto il cadavere, successivamente abbandonato nei pressi di un casolare dismesso a Montecatini. I carabinieri sono riusciti a rinvenire il corpo grazie ad un errore dell’assassino, che ha acceso il cellulare della vittima, consentendo ai militari di individuarne la posizione. Non solo, ma ha percorso anche strade sorvegliate da telecamere, che hanno immortalato il passaggio della sua auto.
Secondo la Procura di Prato, l’uomo ha spiegato che Denisa gli avrebbe chiesto 10mila euro, minacciando di rivelare alla moglie un rapporto sessuale avuto con lui. Dopo averla strangolata, Frumuzache ha decapitato il corpo, inserendo la testa in un sacco per rifiuti e poi tutto nella valigia, caricandola nel bagagliaio della sua auto. Ha anche ammesso di aver tentato di bruciare la testa della ragazza e la valigia dove aveva nascosto il copro, in un tentativo disperato di cancellare le tracce del suo gesto. La brutale ricostruzione coincide con i primi risultati dell’autopsia.
L’inchiesta si estende anche ad altri soggetti. La madre di Denisa è stata iscritta nel registro degli indagati per false informazioni: avrebbe taciuto di aver avuto una conversazione con un avvocato di fiducia, che le avrebbe fornito indicazioni su come muoversi per ritrovare la figlia. Lo stesso legale è stato a sua volta indagato, con una pesante accusa di sequestro di persona.
Le autorità sospettano che la donna fosse al centro di minacce da parte di connazionali, come già riferito da alcune sue amiche. Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se Frumuzache abbia agito da solo o se esistano complicità o pressioni esterne, in un contesto che mescola violenza, sfruttamento e omertà.