
La cerimonia dell’apertura della Porta Santa a San Paolo fuori le Mura

Il rito dell’apertura della Porta Santa nella basilica di San Paolo fuori le Mura ha segnato un momento solenne nell’ambito dell’Anno Santo. Il suono dello jobel, il tradizionale corno di montone della cultura biblica, ha dato avvio alla cerimonia. La Porta Santa è stata aperta dall’arciprete James Harvey, che ha guidato la processione dopo aver pronunciato la formula di rito. La folla, composta da monaci, sacerdoti e fedeli, ha seguito il corteo all’interno della basilica. Harvey ha sottolineato durante l’omelia il valore della speranza, esortando i presenti a guardare al futuro con fiducia, nonostante le difficoltà del presente. Il rito ha rappresentato un importante simbolo di rinnovamento e fede per la comunità cristiana.
Mentre la cerimonia procedeva all’interno della basilica, un’azione di protesta animalista si svolgeva all’esterno. Una giovane donna vestita di bianco ha esposto un cartello con la scritta “Chiudete la porta alla corrida”, attirando l’attenzione delle forze dell’ordine. L’iniziativa, organizzata dalla PETA, mirava a denunciare la pratica della corrida in Spagna e in altri paesi latinoamericani. Daniela Martani, showgirl e attivista animalista, ha dichiarato che la protesta voleva spingere la Chiesa a prendere posizione contro queste pratiche cruente. La manifestazione non ha interferito con la celebrazione all’interno della basilica, che è proseguita senza interruzioni. La riflessione proposta dal cardinale Harvey ha posto l’accento sull’importanza della speranza come strumento per affrontare le difficoltà della vita.
Con l’apertura della Porta Santa, la basilica di San Paolo fuori le Mura ha mostrato i frutti di un recente restauro delle superfici marmoree interne. Questo intervento è stato reso possibile grazie a una donazione dell’Azerbaijan al Vaticano. I lavori di restauro hanno interessato le navate e il transetto della basilica, migliorando la sicurezza e l’aspetto estetico dell’edificio. La struttura, costruita su terreni alluvionali del Tevere, necessitava di interventi per contrastare i danni causati dai movimenti strutturali e dall’umidità. La Heydar Aliyev Foundation ha firmato un accordo con il Vaticano per finanziare il restauro, ricevendo la benedizione di Papa Francesco. Questo contributo ha permesso di valorizzare uno dei luoghi simbolo del cristianesimo, rendendolo pronto ad accogliere i pellegrini durante l’Anno Santo.