
Kaufmann interrogato a Rebibbia, scena muta sui delitti di Villa Pamphilj

Charles Francis Kaufmann, 46enne californiano, si è finalmente espresso – almeno in parte – di fronte al gip di Roma e al procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Arrestato in Grecia il 13 giugno e trasferito nel carcere romano di Rebibbia, è accusato dell’omicidio della figlia di 11 mesi, Andromeda, e dell’occultamento del cadavere della compagna, Anastasia Trofimova, 28 anni. Durante l’interrogatorio, Kaufmann è apparso tranquillo, lucido, senza le invettive e i comportamenti violenti che avevano caratterizzato il suo arresto e la permanenza nel carcere greco. «Ho cambiato nome nel 2017 per lavorare», ha detto, riferendosi al passaporto con il nome fittizio Rexal Ford, utilizzato per presentarsi come regista e produttore cinematografico.
Il cambio di nome, a detta dell’indagato, sarebbe stato regolarmente effettuato negli Stati Uniti, anche se la sua abitudine a mentire – come segnalato dagli investigatori – impone cautela. Il passaporto è risultato valido ma con generalità fittizie, e una rogatoria internazionale è già stata attivata per chiarire la legalità del documento. In Europa dal 2021, Kaufmann ha assunto diverse identità: regista, chef, cantante lirico. Secondo gli inquirenti, sfruttava nomi simili a figure reali del cinema per farsi spazio in un mondo che lo aveva sempre affascinato. Ma dietro le ambizioni artistiche si celerebbe invece una realtà molto più oscura.
Le accuse si fondano su elementi gravi. Tracce genetiche di saliva mista a sangue, trovate sia sul sacco nero che avvolgeva il corpo di Anastasia, sia sul corpo della piccola Andromeda, sono state attribuite a Kaufmann, confermando la sua presenza sulla scena dei delitti. «Le tracce appartengono al padre», hanno affermato gli inquirenti, mentre si attendono gli esiti dell’autopsia e degli esami istologici per stabilire le cause della morte della compagna, che potrebbe essere stata soffocata come la bambina. L’accusa formale, per ora, riguarda solo l’omicidio della figlia e l’occultamento del cadavere di Anastasia.
Negli ultimi mesi, Kaufmann è stato protagonista di diversi episodi di violenza, sia in Grecia che a Roma. Il suo arrivo a Ciampino è stato segnato da insulti alla polizia italiana, accuse infondate di maltrattamenti e un passaggio al pronto soccorso, dove è stata riscontrata soltanto una cervicalgia datata. A Rebibbia, invece, è apparso calmo e collaborativo, seppur deciso a non rispondere alle domande sul delitto. Nessuna parola sulla figlia e sulla compagna, per le quali aveva promesso protezione ai genitori di Anastasia solo poche settimane prima delle uccisioni. Un silenzio che pesa e che lascia intatto il mistero attorno a uno dei casi più inquietanti degli ultimi anni.