
Intercettazioni, costi in crescita del 54%: nel 2024 spesi 273 milioni
Crescono i costi per le intercettazioni telefoniche e telematiche. Secondo l’ultima relazione al Parlamento del Dipartimento per gli Affari di giustizia del Ministero guidato da Carlo Nordio, gli esborsi complessivi hanno raggiunto nel 2024 la cifra record di 273 milioni di euro, con un incremento del 54,2% rispetto al periodo pre-Covid. Si tratta della seconda voce di spesa del bilancio di via Arenula, superata solo da quella relativa alle spese di giustizia, che comprendono la notifica degli atti giudiziari e la difesa d’ufficio.
Lo stanziamento iniziale di 253 milioni si è rivelato insufficiente, generando debiti fuori bilancio per circa 20 milioni. Come ricorda il dossier, le spese hanno carattere obbligatorio, derivando direttamente dall’attività dell’autorità giudiziaria: «L’amministrazione non può in alcun modo interferire», si legge nel documento.
Guardando ai dati storici, si nota come i costi siano scesi progressivamente fino al 2020, anno del lockdown, per poi tornare a crescere in modo costante. Dai 300 milioni del 2009 si era passati ai 200 del 2019 e ai 177 del 2020, ma già nel 2021 la spesa era risalita a 203 milioni, fino ai 239 del 2023. Il 2024 ha segnato così un nuovo picco, dovuto anche all’impiego di tecnologie più sofisticate e costose.
Il listino prezzi varia infatti a seconda dei sistemi utilizzati. Si parte da 3 euro al giorno per le intercettazioni telefoniche tradizionali, per arrivare a 8 euro per la tecnologia VoLTE (Voice over LTE), che sfrutta la rete 4G. I costi salgono poi a 10 euro per i sistemi di telematica passiva, impiegati per monitorare i dati senza intervenire sui dispositivi. Il salto di spesa più consistente riguarda però la telematica attiva, che può modificare o duplicare il traffico di un utente, con un costo medio di 150 euro al giorno.
Dal report emerge che oltre il 73% della spesa complessiva deriva dal noleggio degli apparati tecnologici. Gli oneri legati ai fornitori restano una delle principali criticità, nonostante i decreti interministeriali che in questi anni hanno tentato di razionalizzare i listini e fissare tetti di spesa.
Non va meglio sul fronte delle spese di giustizia, che nel 2024 hanno raggiunto 780 milioni di euro, con 47 milioni ancora fuori bilancio. Un aumento dovuto in gran parte ai difensori d’ufficio dei soggetti ammessi al patrocinio gratuito, conseguenza dell’adeguamento delle tariffe forensi e dell’innalzamento dei limiti di reddito per l’accesso all’istituto.
Il dossier si chiude con alcuni riferimenti al 2025: lo stanziamento previsto è di 227 milioni, ma già a giugno era stato speso oltre il 77% del totale. Inoltre, viene segnalato un accordo transattivo con un grande operatore telefonico che vantava crediti per 16 milioni di euro relativi a 132mila fatture emesse tra il 1999 e il 2022. L’intesa prevede il pagamento di 5,5 milioni, in forma rateizzata, per chiudere definitivamente il contenzioso.
Nonostante gli sforzi di razionalizzazione, il sistema resta oneroso: il prezzo della giustizia tecnologica continua a crescere, e l’intercettazione – strumento cruciale ma sempre più costoso – pesa come non mai sulle casse dello Stato.