
Individuati due membri della gang che ha picchiato lo Youtuber Cicalone
È caccia senza sosta ai responsabili del violento pestaggio contro lo youtuber Simone Cicalone, aggredito lo scorso 12 novembre nell’atrio della fermata metro Ottaviano, davanti a decine di persone attonite. I cinque uomini coinvolti lo hanno picchiato a volto scoperto, senza preoccuparsi delle telecamere e dei testimoni. Un errore che ora pesa sulle loro spalle: due dei presunti aggressori sono stati identificati, anche se non ancora rintracciati.
Si tratta di due cittadini romeni di 32 anni, Marian Florin Bratu e Iulian Marian Simon, riconosciuti grazie al video girato dalla videomaker che collaborava con Cicalone e alle testimonianze raccolte dalla polizia. Ma la verifica della loro posizione e del loro reale coinvolgimento è ancora in corso. Nel frattempo, gli agenti stanno battendo palmo a palmo i quartieri che i due frequentano abitualmente, controllando locali, contatti e spostamenti, anche fuori dai confini italiani.
Secondo la vittima, infatti, «alcuni dei miei aggressori potrebbero essere già all’estero», come dimostrerebbero alcuni video diffusi sui social. Le certezze sono poche, ma una è fondamentale: le ricerche proseguono senza sosta. La polizia invita chiunque possa averli notati a farsi avanti, sperando che un dettaglio o una segnalazione possano sbloccare l’indagine.
L’aggressione è avvenuta mentre Cicalone filmava uno dei suoi reportage contro violenti e borseggiatori nelle metropolitane romane, una battaglia che porta avanti da tempo e che gli è costata numerosi insulti, minacce e, come in questo caso, persino botte. «Mi hanno tirato un colpo con tutta la forza, un colpo diretto al mento, che è il punto più delicato», ha raccontato lo youtuber sui social, ricordando come sia riuscito a mantenere il controllo. «Per fortuna ho incassato e non ho reagito».
Il momento peggiore è arrivato quando è stato scaraventato a terra: «Lì sono stato colpito con violenza maggiore, volevano infierire». Calci, pugni, aggressività cieca. Accanto a lui anche alcune guardie giurate, che hanno tentato di intervenire e sono rimaste ferite. Cicalone ha spiegato perché ha scelto di non rispondere ai colpi: «Non avrei dato un buon esempio se avessi iniziato a combattere».
Per molti è diventato un simbolo della lotta al degrado, un “paladino” delle metro romane. Per altri, invece, un personaggio controverso che «ci guadagna». Critiche che non sembrano scalfirlo: lo youtuber ha già annunciato che continuerà la sua attività, deciso a non farsi intimidire da chi preferirebbe il silenzio.
Intanto, la polizia continua a cercare i due identificati e gli altri membri del gruppo. La speranza è che questa volta la violenza cieca mostrata sotto le luci della metro non resti impunita.