
Il raggiro per un’eredità da 25 milioni: condannati badanti e legali

Un’eredità da circa 25 milioni di euro, una ricca signora senza figli, tre badanti e un avvocato. Questi sono gli ingredienti di una vicenda che sembra più una trama da giallo che una storia reale. Tuttavia, è quanto accaduto intorno al testamento di Amalia Maria Musso, una donna di 91 anni, deceduta nel 2019, moglie di Sergio Piacentini, storico calciatore del Grande Torino. Il processo che ha coinvolto l’eredità di Musso si è concluso martedì scorso con quattro condanne per circonvenzione di incapace, per un totale di oltre 15 anni di reclusione.
Il patrimonio di Maria Amalia Musso era ingente, e questo ha costituito il movente principale dietro le azioni dei coinvolti. Nata nel 1927 a Morbello, in provincia di Alessandria, Musso ha avuto una vita piena di successi, in parte grazie al marito, il calciatore Piacentini, che, dopo aver giocato nel Grande Torino, si trasferì a Roma. La coppia si stabilì nella capitale, dove Maria Amalia gestì con successo una boutique di alta moda, diventata punto di riferimento per l’alta società romana. Dopo la morte del marito nel 1990, si dedicò a numerose attività benefiche, ma purtroppo nel suo ultimo periodo la sua fragilità fisica e psicologica ha aperto la strada a chi ha cercato di approfittarne. L’avvocato Saverio Fatone e le tre badanti che si susseguirono nel tempo avrebbero cercato di appropriarsi del suo ingente patrimonio.
La vicenda si complica con il coinvolgimento delle badanti e dell’avvocato. La prima, Monica Gagliardone, ha assistito Musso nel 2017, approfittando della sua fragilità mentale per indurla a nominarla erede universale del suo patrimonio. Successivamente, altre due badanti, Ghizlane Mounyarou e Zoubida Haoudi, insieme all’avvocato Fatone, hanno continuato la loro strategia per ottenere parti dell’eredità tramite un testamento pubblico, cercando di mettere le mani su denaro, immobili e persino su una fondazione benefica. Fatone, inoltre, aveva cercato di aprire una fondazione dove il patrimonio della signora sarebbe stato convogliato. Grazie all’intervento di un amministratore di sostegno, tuttavia, il piano è stato sventato. Un altro episodio significativo riguarda Sampath Herath, che ricevette una polizza da 500.000 euro da Musso, ma venne convinto da Fatone a cedere 100.000 euro tramite una delega.
Il Tribunale di Roma ha inflitto pene severe a coloro che hanno tentato di manipolare la volontà di Musso: 5 anni e 8 mesi per l’avvocato Fatone e pene di 2 a 4 anni e mezzo per le badanti coinvolte. Tuttavia, non sono mancati i dissensi. Flavia Moscioni, avvocata di Herath, ha dichiarato di essere “amaramente delusa” dalla condanna, considerando ingiusta la pena più alta inflitta al suo assistito rispetto agli altri imputati. La sentenza è un segnale importante nella lotta contro la circonvenzione di incapace, ma l’avvocato ha già annunciato il ricorso in appello, sperando in una revisione della sentenza.