
Il Ponte di Ferro di Roma: un gioiello restaurato e pronto a nuova vita

Il Ponte dell’Industria, affettuosamente soprannominato dai romani “ponte di ferro”, è pronto a tornare a essere un punto di riferimento fondamentale per la città. Dopo il devastante incendio del 2 ottobre 2021, che aveva seriamente compromesso la sua struttura, il ponte che collega i quartieri Ostiense e Marconi è stato oggetto di un restauro complesso e ambizioso. La sua riapertura, prevista per il 10 marzo, rappresenta una vittoria dell’ingegneria e un simbolo di rinascita per l’intera comunità.
L’incendio aveva causato danni così ingenti da far temere addirittura l’abbattimento del ponte. Tuttavia, ha prevalso la volontà di conservare questa importante testimonianza di storia industriale, optando per un restauro che non solo lo riportasse alle condizioni originali, ma lo migliorasse e lo rendesse più funzionale.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha definito l’intervento “straordinario e affascinante per bellezza e complessità”, sottolineando le numerose sfide ingegneristiche che sono state affrontate. L’assessore ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini, ha aggiunto che per la realizzazione di quest’opera sono state coinvolte aziende e maestranze specializzate in piattaforme petrolifere, a testimonianza della complessità dell’intervento.
Uno degli aspetti più delicati del restauro è stato quello di operare senza interrompere il flusso del Tevere. Per questo, sono stati creati nuovi piloni di sostegno, un’operazione che ha richiesto una grande precisione e competenza. La Soprintendenza ha avuto un ruolo fondamentale nel garantire che il restauro rispettasse l’importanza storica e architettonica del ponte, richiedendo l’utilizzo di una trave reticolare e di bulloni a testa tonda, non più in produzione da decenni e che sono stati realizzati appositamente per questo progetto.
L’assessore Segnalini ha evidenziato come questo restauro sia “sostanzialmente un unicum a livello internazionale”, un’opera che ha visto l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e che ha richiesto un grande sforzo di coordinamento tra le diverse figure coinvolte.
I numeri relativi ai lavori di restauro sono impressionanti: 82 colonne di cemento armato iniettate nei piloni esistenti per una lunghezza complessiva di quasi 3 chilometri e spinte fino a 59 metri di profondità, come un palazzo di 20 piani. Il nuovo ponte in acciaio, completamente privo di calcestruzzo, è stato assemblato in tre grandi sezioni, utilizzando 13 km di saldature e oltre 54.000 bulloni a testa tonda, per un peso totale di circa 876 tonnellate.
Con la sua riapertura, il Ponte dell’Industria non sarà solo un’infrastruttura rinnovata, ma anche un simbolo di come la città di Roma sappia affrontare e superare le difficoltà, valorizzando il proprio patrimonio storico e proiettandosi verso il futuro.