
Il “Miliardero” esce da Rebibbia: sconterà la pena ai domiciliari

Neanche un mese in carcere: Alessandro Capriotti, noto come “il miliardero”, “il fornaro” o “il furfante”, ha lasciato Rebibbia per scontare la pena ai domiciliari nella sua villa ai Castelli Romani. Dotato di tutti i comfort, incluso una piscina, il narcos trascorrerà il periodo di detenzione con il braccialetto elettronico. La decisione è stata presa dal giudice Tamara De Amicis, che ha accolto l’istanza del difensore per motivi di salute. Capriotti, già coinvolto in oscure vicende di mala romana come l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, era stato arrestato insieme ad altre 22 persone per reati legati al traffico internazionale di droga, dopo che era sfuggito ad una precedente retata solo grazie ad un errore di notifica della sua data di nascita.
Le indagini che hanno portato al suo arresto riguardano enormi partite di cocaina importate dall’Olanda tra maggio 2021 e giugno 2022. Capriotti, secondo l’accusa, era uno degli acquirenti più facoltosi di un gruppo criminale attivo tra Ostia, Acilia e Ardea. Le autorità hanno documentato la consegna di un carico del valore di 60mila euro nel 2022, che Capriotti avrebbe ricevuto in un parcheggio a Sudest di Roma, zona dominata dagli interessi del clan di Michele Senese, nel doppiofondo del bagagliaio di una Renault Clio. Le sue attività criminali, inclusa la mediazione in controversie di recupero crediti, sembrano intrecciarsi con la faida che ha portato all’uccisione di Diabolik, figura centrale della malavita capitolina. Tuttavia, Capriotti è riuscito finora a sfuggire a condanne definitive, a differenza di altri complici come Fabrizio Fabietti, condannato a 30 anni.
Il nome di Capriotti è tornato più volte nel processo contro Raul Calderon, accusato di essere il sicario di Piscitelli. Nonostante la posizione di Capriotti e di altri sospettati sia stata archiviata per mancanza di prove, restano forti sospetti sul suo coinvolgimento. Secondo intercettazioni telefoniche, un’ipotetica triangolazione di mandanti e finanziatori del delitto vedrebbe Capriotti tra i protagonisti, ma le prove raccolte non sono state sufficienti per procedere. Intanto, l’ascesa e il presunto ruolo del “miliardero” nell’organizzazione criminale continuano a essere oggetto di attenzione investigativa. La scarcerazione ai domiciliari, in un contesto simile, alimenta il dibattito sulla gestione delle misure cautelari per personaggi di spicco del narcotraffico.