
Il Governo vara il piano-carceri: 2.000 posti in più nel 2026

La strategia per affrontare il sovraffollamento delle carceri italiane è ormai a un passo dal completamento. Entro fine luglio, il commissario straordinario per le carceri, Marco Doglio, dovrebbe concludere il programma di interventi previsti dal governo, dopo un ritardo rispetto al piano iniziale, che era atteso a gennaio. Nonostante i tempi lunghi, le ultime fasi riguardano gli ultimi aggiustamenti da parte del Ministero dell’Economia e la firma finale del DPCM da parte della premier. Sebbene i dettagli siano ancora top secret, gli esperti sono concordi nel sottolineare l’urgenza degli interventi, che dovranno essere conclusi entro il 2026, con i quali si pensa di aumentare di 2.000 posti la capacità delle carceri.
Il piano prevede l’inserimento di nuovi moduli prefabbricati all’interno degli istituti esistenti e la ristrutturazione di celle ammalorate o danneggiate da incendi. Una delle principali priorità sarà velocizzare le fasi post-gara di appalto, con gare già bandite per creare oltre 1500 nuovi posti, di cui circa 384 sono destinati a 9 istituti penitenziari, per un importo complessivo di 32 milioni di euro. Il commissario Doglio potrà contare su una somma di 250 milioni di euro, derivante da diversi ministeri, inclusi il Ministero delle Infrastrutture, della Giustizia e il Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari del PNRR. Inoltre, Doglio collaborerà con Anac e Invitalia per garantire la trasparenza delle gare e delle operazioni.
Il piano per l’edilizia carceraria non si limita agli interventi legati al commissario straordinario. Oltre ai 250 milioni, il progetto si avvale anche di altri fondi già stanziati: 411 milioni di euro dal PNRR, 132,9 milioni dal Piano Nazionale Complementare, e 166 milioni dal Ministero delle Infrastrutture. Combinando questi fondi, le risorse per le ristrutturazioni carcerarie superano i 900 milioni di euro. L’obiettivo finale è quello di incrementare la capacità delle carceri italiane fino a raggiungere quota 7.000 posti entro il 2026, senza ricorrere a politiche di svuotamento.
Oltre agli interventi strutturali, il governo sta lavorando su politiche alternative al carcere. Una parte del programma riguarda il Decreto Carceri, che ha introdotto l’Albo delle “Comunità Educanti” per il reinserimento domiciliare di detenuti con requisiti specifici. Inoltre, sono previsti provvedimenti per favorire il lavoro dei detenuti attraverso contratti di apprendistato, senza limiti di età. La legge Smuraglia, che prevede sgravi contributivi per le aziende che assumono detenuti, potrebbe essere estesa per includere anche aziende pubbliche e private. Infine, si esplora l’idea di usare caserme dismesse per realizzare nuovi istituti penitenziari, una proposta che non ha mai preso piede concretamente ma che potrebbe trovare nuova linfa nel prossimo DPCM.