
Il governo accelera sulla riforma del lavoro. Stretta contro i contratti pirata

Il governo prepara un cambio di passo nel mondo del lavoro. Con la delega sulla riforma della contrattazione collettiva, approdata al Senato dopo il via libera della Commissione Lavoro, i contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni più rappresentative diventeranno il punto di riferimento per tutti gli altri, tracciando un solco netto contro il fenomeno dei cosiddetti contratti pirata.
La misura intende rafforzare l’applicazione dei contratti più diffusi, riconoscendo ad essi il ruolo di garanzia per i trattamenti economici minimi. In questo modo si mira a superare intese sottoscritte da sigle meno rappresentative, spesso caratterizzate da condizioni peggiorative. Come spiegato dai relatori, «definire i contratti collettivi maggiormente applicati è il primo passo per ridare dignità ai lavoratori e stabilità alle imprese».
L’iniziativa si colloca nel solco dell’articolo 36 della Costituzione, che sancisce il diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto. Secondo gli ultimi dati Istat, sono oltre 5,7 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo del contratto, con una media di 24 mesi di ritardo. Una situazione che ha inevitabili ricadute sul potere d’acquisto, soprattutto in un contesto di inflazione elevata.
La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha ribadito la posizione dell’esecutivo, sottolineando come «il salario minimo non sia la soluzione: rischierebbe di ingessare la dinamica contrattuale». L’obiettivo del governo è invece quello di accelerare i rinnovi, prevedendo strumenti che rendano più veloce la chiusura delle trattative. I decreti attuativi, che il governo dovrà varare entro sei mesi dall’approvazione della legge, conterranno anche agevolazioni fiscali per sostenere i lavoratori. Tra le ipotesi in campo figurano una flat tax al 5% sugli aumenti contrattuali o uno sconto del 50% sulle imposte relative agli incrementi salariali, soluzioni già allo studio durante l’estate dalla Lega.
Oltre agli aspetti fiscali, la delega introduce la possibilità di un intervento diretto del ministero del Lavoro in caso di contratti scaduti e non rinnovati nei tempi, limitatamente ai trattamenti economici minimi. Inoltre, saranno disciplinati modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili d’impresa, ampliando così la tutela dei dipendenti non coperti da contrattazione.
In vista della prossima legge di bilancio, Calderone ha anticipato due obiettivi centrali: «prevedere forme di anticipo pensionistico per i lavori usuranti e sostenere la previdenza complementare fin da giovani».