
Il Conclave si avvicina ed è già l’ora dei primi veleni

Il Conclave è ormai alle porte e i cardinali sono pronti ad affrontare il compito più importante della loro carriera: scegliere il successore di Papa Francesco. In un momento delicato per la Chiesa, il futuro Papa dovrà affrontare numerosi temi, dalla salvaguardia dell’unità della Chiesa all’eredità lasciata dal pontefice uscente, ma anche questioni urgenti legate alle finanze vaticane e al clima interno.
Giorni intensi di riflessioni e confronti tra i porporati, come raccontato dal cardinale Fernando Filoni, che assicura con ottimismo: «Ce la faremo per il 7 maggio, come sempre si è fatto», confermando che la fumata bianca è attesa per quella data. Tuttavia, dietro la fiducia di alcuni, non mancano ombre e preoccupazioni. Le dinamiche interne al Conclave sono forti e le correnti che si stanno formando non lasciano spazio a sorprese.
Uno dei principali candidati al soglio pontificio è l’ex segretario di Stato, Pietro Parolin, figura di spicco della diplomazia vaticana. Tuttavia, la sua corsa non è priva di ostacoli. Negli ultimi giorni, infatti, è circolata una notizia infondata che parlava di un malessere di Parolin, con voci su un presunto mancamento in aula, alimentando dubbi sulla sua salute. Un tema delicato, soprattutto considerando il precedente di Papa Giovanni Paolo I, morto dopo soli 33 giorni di pontificato per un arresto cardiaco. «La notizia è falsa», ha prontamente smentito Matteo Bruni, portavoce del Vaticano, e il cardinale colombiano Jorge Jimenez Carvajal ha confermato che Parolin stava «benissimo come sempre». Nonostante ciò, la fake news ha avuto l’effetto di indebolire il candidato, dimostrando come le lotte interne al Conclave possano farsi feroci e senza esclusione di colpi bassi.
L’intervento di Parolin è stato preceduto da un’analisi dettagliata delle sfide che il prossimo Papa dovrà affrontare, tra cui l’evangelizzazione in un’Europa sempre più post-cristiana, la coesione interna alla Chiesa e la capacità di raccogliere l’eredità di Francesco. I cardinali sono consapevoli della grande responsabilità che avranno nei prossimi anni. Un compito che si inserisce in un contesto internazionale dove la Chiesa dovrà difendere la propria posizione, anche rispetto alle politiche globali e alle pressioni interne ed esterne.
Ma i veleni non riguardano solo i giochi di potere. La Chiesa si trova, infatti, a fronteggiare una difficoltà finanziaria che non è più un segreto per nessuno. In questi giorni, un tribunale di Londra ha condannato il Vaticano a pagare 4,1 milioni di euro al finanziere italo-britannico Raffaele Mincione per come fu gestita la cessione di un palazzo a Londra nel 2018, durante il periodo in cui il cardinale Becciu era Sostituto della Segreteria di Stato. La sentenza ha suscitato un’ondata di preoccupazioni all’interno della Chiesa, tanto che i cardinali potrebbero ora chiedere conto su chi abbia firmato i documenti relativi alla cessione dell’immobile.
Sebbene l’interesse per la salute e l’affidabilità del prossimo Papa rimanga alto, l’assetto finanziario della Chiesa e le controversie derivanti dalla gestione patrimoniale sono una questione urgente. Con un bilancio già fragile, la decisione di chi assumerà la guida della Chiesa avrà ripercussioni sulle politiche economiche e sulle riforme necessarie per garantire la sostenibilità delle istituzioni vaticane.
L’inizio del Conclave si preannuncia dunque come il culmine di un periodo ricco di incognite e attese. La Chiesa, sotto la guida del prossimo Papa, dovrà rispondere a una serie di sfide enormi. La sua capacità di affrontare le difficoltà interne, di mantenere l’unità tra i vari gruppi e di affrontare le sfide finanziarie potrebbe determinare la direzione della Chiesa per i prossimi decenni.