
I retroscena dell’omicidio-suicidio della falegnameria di Ottavia

Un’ennesima discussione degenerata nella tragedia: questo il probabile motivo dell’omicidio-suicidio avvenuto sabato scorso a Ottavia. Nicola Laino, 39 anni, padre di famiglia, è stato ucciso con colpi di arma da fuoco, molto probabilmente alle spalle, da Francesco Cesari, un uomo di 80 anni con il quale condivideva parte della sua quotidianità. La violenta lite, l’ennesima tra i due, sarebbe divampata nel pomeriggio, stando alle testimonianze raccolte dagli investigatori della Squadra Mobile ascoltando il proprietario del capannone dove Laino è stato ritrovato senza vita.
Gli inquirenti non escludono che a armare la mano dell’ottantenne possano essere state alcune paranoie di cui l’uomo soffriva. Secondo il racconto del proprietario dei locali, Cesari si era convinto di presunti comportamenti scorretti da parte del giovane falegname, senza che vi fossero reali motivazioni a suffragare tali sospetti.
Il proprietario dell’immobile aveva affittato a Laino, originario di Napoli, un locale trasformato in laboratorio di falegnameria. L’anziano Cesari, invece, era una conoscenza di vecchia data. Ex guardia giurata in pensione, si occupava di piccoli lavori di manutenzione e guardiania, vivendo in una roulotte situata nelle vicinanze del capannone, accanto alla quale è stato poi trovato morto suicida.
Inizialmente, la convivenza tra Laino e Cesari non era sembrata problematica, ma la situazione è precipitata quando l’anziano ha iniziato a sospettare che il giovane falegname si appropriasse di beni non suoi, rubasse energia elettrica e, in generale, approfittasse dell’assenza del proprietario. Cesari, data l’età, si limitava a sorvegliare l’immobile, anche grazie alla vicinanza della sua roulotte, dove viveva solo.
Sabato pomeriggio, l’ennesima discussione sarebbe scaturita dalle accuse dell’anziano, convinto che Laino si fosse allacciato a un contatore non suo. Dalle parole si è passati ai fatti: l’ottantenne ha estratto una pistola, esplodendo quattro colpi. Laino è crollato a terra, morendo quasi all’istante a causa delle ferite alla testa e all’addome. Pochi minuti dopo, Cesari si è diretto verso la roulotte con l’arma ancora in mano, utilizzandola infine per togliersi la vita.
Nonostante il racconto dettagliato del proprietario dell’immobile, la polizia sta conducendo accertamenti approfonditi per ricostruire lo storico dei rapporti tra i due uomini ed escludere eventuali altri moventi. Sono state escluse fin da subito ragioni più ampie e complesse, considerato che sia il 39enne che l’80enne erano incensurati. Sono in corso verifiche per accertare la provenienza dell’arma, sequestrata insieme all’immobile, dato che, nonostante il suo passato lavorativo, Cesari era in pensione da tempo e presumibilmente né Laino né il proprietario erano a conoscenza del possesso della pistola da parte dell’anziano.