
Giorgio Trombetta, il “principe” del caffè romano, muore a 92 anni

Giorgio Trombetta, figura simbolo dell’imprenditoria romana, si è spento a 92 anni lasciando un segno indelebile nel mondo del caffè. Dopo un intervento chirurgico presso il Policlinico Gemelli, complicazioni impreviste gli sono state fatali, causando dolore e incredulità tra colleghi e associazioni di categoria. La sua è stata una storia di passione e lungimiranza, ereditata dal bisnonno Vittorio Garibaldi Trombetta, fondatore dell’azienda in via Marsala, e sviluppata con il trasferimento dello stabilimento a Pomezia. Giorgio Trombetta è stato un precursore, introducendo innovazioni come il confezionamento sottovuoto e, più recentemente, le capsule monodose, oggi prodotti di punta dell’azienda.
La capacità di anticipare le esigenze del mercato ha permesso a Trombetta di trasformare la sua impresa in un’eccellenza. Fondatore della “Sao Caffè”, una rete di torrefazioni regionali, ha garantito l’ingresso del marchio nella grande distribuzione, diversificando l’attività nel corso degli anni. Parallelamente, ha avviato e guidato con successo 11 supermercati sotto il marchio “Gros”, di cui è stato presidente, combinando scelte imprenditoriali e sensibilità umana. Il gruppo Gros, in un messaggio di cordoglio, ha riconosciuto il valore del suo contributo, impegnandosi a proseguire sulla strada tracciata dal suo esempio.
Oggi l’azienda Trombetta conta 750 dipendenti e un fatturato di 200 milioni di euro. La figlia Stefania, insieme alla sorella, si dice pronta a portare avanti i progetti del padre, mantenendo vivi i suoi insegnamenti. «È stato un uomo eccezionale, un grande lavoratore e un padre affettuoso», ha dichiarato, commossa. Il funerale si terrà domani mattina nella basilica dei Santi Pietro e Paolo all’Eur, dove familiari, amici e colleghi potranno dare l’ultimo saluto a un uomo che ha saputo unire tradizione e innovazione, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’imprenditoria italiana.