
Gianni Alemanno: si indaga sulle consulenze e sui fondi al partito

La procura di Roma indaga su Gianni Alemanno, accusato di aver finanziato il suo partito politico, “Movimento Indipendenza!”, attraverso proventi derivanti da false consulenze. Le indagini, condotte dal nucleo di polizia valutaria, hanno portato alla scoperta di prestazioni inesistenti per un valore complessivo di 50.000 euro. Questa cifra avrebbe permesso ad Alemanno di violare le prescrizioni imposte dal giudice almeno 26 volte in meno di un anno. Tra le conseguenze di queste violazioni c’è stata la revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali, ottenuto dopo una condanna definitiva a un anno e dieci mesi. La sera del 31 dicembre, Alemanno è stato trasferito nel carcere di Rebibbia per scontare la pena in carcere.
Uno degli episodi chiave riguarda una telefonata intercettata il 21 febbraio 2024, durante la quale Alemanno detta alla sua segretaria il testo di una lettera di incarico che avrebbe poi ricevuto dalla società Rdc srl, gestita dall’imprenditore Riccardo Romani. La lettera, datata lo stesso giorno della telefonata, è stata utilizzata per richiedere una deroga alle prescrizioni dell’affidamento in prova, con lo scopo di ottenere autorizzazioni per spostamenti fuori regione. Tuttavia, quando interrogato sui dettagli delle trasferte, Alemanno si è mostrato evasivo e impreciso. Il giudice di sorveglianza ha evidenziato questa incertezza nel provvedimento di sospensione della misura alternativa. Secondo gli inquirenti, Romani sarebbe un uomo di fiducia dei fratelli Samuele e Massimiliano Piccolo, già coinvolti in indagini sulla gestione di forniture durante la pandemia.
Alemanno ha aggravato la sua posizione anche attraverso i social network. Il 13 settembre 2024, l’ex sindaco ha postato una foto in auto accompagnata dalla frase: “In viaggio per liberare la Liguria”, confermando così la violazione del divieto di uscire dal Lazio. Alemanno era in compagnia di Nicola Colosimo, figlio di Paolo Colosimo, un avvocato legato agli ambienti di destra e condannato a quattro anni e mezzo per minacce legate all’esercizio del voto. Secondo le indagini, Alemanno avrebbe incontrato Colosimo tre volte nel 2024, infrangendo le prescrizioni giudiziarie. Inoltre, il suo nome è emerso anche nell’inchiesta su Gabriele Visco, ex manager di Invitalia arrestato per corruzione, a cui Alemanno avrebbe promesso un incontro con il ministro Nello Musumeci. Le indagini continuano, intanto l’ex sindaco rimane ancora in carcere, in attesa di nuovi sviluppi della vicenda.