
Gianni Alemanno resta in carcere: il tribunale revoca i servizi sociali

Gianni Alemanno sconterà in carcere l’intera pena di un anno e dieci mesi dopo la revoca dell’affidamento ai servizi sociali. Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha motivato la decisione sottolineando l’atteggiamento «irresponsabile» dell’ex sindaco, accusato di aver violato ripetutamente le prescrizioni imposte. Tra le irregolarità contestate, la presentazione di documenti falsi per giustificare spostamenti fuori dal Lazio e orari non rispettati, oltre all’incontro con un pregiudicato. Il provvedimento arriva nell’ambito di una condanna definitiva per traffico di influenze illecite, legata a un filone dell’inchiesta sul “Mondo di Mezzo”.
Secondo i giudici, Alemanno ha dimostrato una «incapacità di adeguarsi alle regole» e un «mancato recepimento dell’offerta rieducativa». Per questo motivo, il beneficio dell’affidamento ai servizi sociali è stato revocato con effetto retroattivo, senza riconoscergli alcuno sconto di pena per i quattro mesi già trascorsi nella struttura “Solidarietà e Speranza”. La dichiarazione resa dall’ex ministro in aula, in cui aveva ammesso gli errori «per amore della politica», non è stata ritenuta sufficiente per attenuare la decisione del tribunale, che ha definito le violazioni «strutturate, capillari e ostinate».
La difesa ha espresso sorpresa per la severità della misura, evidenziando che non è stato considerato il parere del procuratore generale, il quale aveva suggerito di convalidare il primo periodo di affidamento ai servizi sociali. L’avvocato Cesare Placanica ha annunciato che valuterà un possibile ricorso in Cassazione per impugnare la decisione. L’arresto, avvenuto la notte di Capodanno, segna una svolta definitiva nella vicenda giudiziaria dell’ex sindaco di Roma, che ora dovrà terminare la sua condanna nel carcere di Rebibbia.