
Giallo di Villa Pamphili: la bimba è stata picchiata e soffocata

Il caso della duplice morte di una donna e di una bambina di circa otto mesi ritrovate a Villa Pamphili sta scuotendo la capitale. La donna, caucasica, tra i 20 e i 30 anni, è stata rinvenuta avvolta in un sacco nero di plastica, mentre la bambina, completamente nuda, giaceva a pochi passi dalla madre. Entrambi i corpi erano nascosti tra foglie e cespugli, lontani meno di 150 metri l’uno dall’altro, all’interno di uno dei parchi più grandi della città.
La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta per duplice omicidio aggravato, cercando di identificare l’assassino o gli assassini che hanno occultato i corpi delle vittime. La morte della donna risale a circa quattro giorni prima del ritrovamento, mentre la bambina è deceduta non oltre 36 ore prima della scoperta. Le cause della sua morte sono abbastanza chiare: segni di percosse e un possibile trauma cranico o asfissia, come indicato dai lividi e dalle ecchimosi sul corpo. Il corpo della donna, già in stato di decomposizione, non presenta segni di morte violenta, ma saranno cruciali gli esami tossicologici per determinare se la sua morte sia stata causata da avvelenamento o overdose.
Gli investigatori stanno cercando tracce biologiche che possano condurre al colpevole. Tra le tracce repertate ci sono dei campioni biologici sul sacco nero che avvolgeva il corpo della donna. Inoltre, le impronte lasciate sulla scena potrebbero rivelarsi fondamentali per identificare il responsabile. Le prime indagini sui corpi delle vittime non hanno rivelato segni di deperimento, il che suggerisce che la donna potrebbe essere arrivata di recente in Italia. Le impronte della donna non sono state trovate nelle banche dati, suggerendo che non fosse mai stata fotosegnalata.
Secondo alcuni testimoni, la donna e la bambina sarebbero state viste poco prima del ritrovamento insieme a un uomo, descritto come alto e magro, con un pizzetto, e di origine ucraina. L’uomo, inizialmente sospettato, è stato identificato tramite foto e rintracciato, ma si è poi rivelato innocente. Le testimonianze su questo uomo, però, sono discordanti, e gli investigatori stanno ancora cercando altre tracce che possano rivelare la verità. Inoltre, non sono stati utili i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona, che non hanno mostrato alcuna immagine significativa.
Le ricerche continuano, con gli investigatori che hanno contattato anche la fondazione Villa Maraini, che si occupa di assistenza ai tossicodipendenti, per verificare se la vittima abbia avuto legami con persone legate alla droga. Nonostante gli sforzi, il caso rimane avvolto nel mistero, con gli inquirenti determinati a risolvere il giallo.