
Fratelli d’Italia propone uno “scudo legale” per le forze dell’ordine
Uno “scudo legale” per le forze dell’ordine, contro le indagini automatiche che spesso scattano dopo l’uso legittimo della forza. È questa la proposta di legge lanciata da Fratelli d’Italia, che mira a modificare l’articolo 335 del codice di procedura penale per introdurre un margine di valutazione del pubblico ministero nei casi in cui il reato ipotizzato sia giustificato da motivi di servizio. Il nuovo disegno di legge, illustrato in conferenza stampa alla Camera, rappresenta uno dei punti centrali della campagna sulla sicurezza promossa dal partito della premier Giorgia Meloni.
A presentare il testo, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, insieme al responsabile organizzativo Giovanni Donzelli (nella foto), al capogruppo Galeazzo Bignami e al responsabile sicurezza Alberto Balboni. Secondo la proposta, in presenza di una causa di giustificazione, il Pm non dovrà più procedere automaticamente all’iscrizione dell’agente nel registro degli indagati, ma avrà sette giorni per valutare la legittimità della condotta, effettuando gli “accertamenti preliminari” necessari. “È una proposta di legge che riguarda tutti i cittadini – ha spiegato Delmastro – ma nasce dall’esigenza di tutelare in particolare le forze dell’ordine. Non vogliamo umiliare chi ci difende, ma difendere chi ci protegge”.
Il riferimento è al caso del carabiniere di Rimini, Davide Masini, che a Capodanno sparò e uccise un uomo armato di coltello, poi assolto per legittima difesa. “Dal video si vede chiaramente che ha agito in adempimento del proprio dovere”, ha ricordato Delmastro, sottolineando come la nuova norma serva a evitare che episodi simili comportino un’“onta” per chi indossa la divisa.
La misura, spiega Fratelli d’Italia, non intende sottrarre gli agenti al controllo della magistratura, ma impedire che l’iscrizione nel registro degli indagati sia un “atto dovuto” prima di ogni verifica. “Con noi al governo, uomini e donne della polizia hanno le spalle coperte – ha dichiarato Donzelli –. Quando qualcuno difende lo Stato e la sicurezza dei cittadini, lo Stato deve sapere da che parte stare”.
Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, tra i firmatari della proposta, ha ricordato che già lo scorso aprile il partito aveva tentato di inserire lo “scudo” nel decreto sicurezza, poi rinviato a causa delle osservazioni del Quirinale. Ora il tema torna al centro dell’agenda politica, anche in vista della prossima campagna elettorale.
Secondo gli osservatori, la norma rappresenterebbe una versione “soft” dello scudo legale, limitata ai casi più evidenti e documentati. Infatti, difficilmente un Pm potrà esaurire in soli sette giorni le valutazioni necessarie a stabilire se procedere o meno con un’indagine. Tuttavia, il segnale politico è chiaro: Fratelli d’Italia intende rafforzare la tutela delle forze dell’ordine e riaffermare il principio secondo cui chi difende lo Stato non deve essere lasciato solo.