
Festa di Roma, 150 film da 38 Paesi. Ci sarà anche Jennifer Lawrence

La Festa di Roma spegne venti candeline con un programma extra-large che abbraccia cinema d’autore e titoli “Grand Public”, documentari, musica e ricostruzioni di celebri casi di cronaca. Dal 15 al 26 ottobre, all’Auditorium Parco della Musica e in vari luoghi della città (anche al Policlinico Gemelli), arrivano 150 film da 38 Paesi e numerose star, a partire dal premio Oscar Jennifer Lawrence, protagonista di “Die My Love”, dramma sulla depressione post-partum. «La Festa è ormai la casa degli autori indipendenti», afferma il presidente della Fondazione Cinema per Roma Salvatore Nastasi, ricordando i numeri dell’ultima edizione: 110mila presenze e 130mila spettatori per le arene estive. Per la direttrice artistica Paola Malanga, «la Festa non è una bolla ma rispecchia i tempi duri che stiamo vivendo: i fili conduttori vanno dalla guerra alla musica».
Ad inaugurare la kermesse sarà “La vita va così” di Riccardo Milani; a chiudere, la quarta stagione di “Vita da Carlo” di e con Carlo Verdone. I premi alla carriera celebrano due giganti: il regista iraniano Jafar Panahi e il produttore britannico Lord David Puttnam. Il concorso (18 film) avrà come presidente di giuria Paola Cortellesi, che proprio all’Auditorium vide decollare l’opera prima dei record “C’è ancora domani”. Accanto alla selezione principale, il cartellone apre ai grandi pubblici con la sezione “Grand Public”, mentre l’offerta si allarga a letteratura, musica e inchieste che intrecciano il presente. «Non c’è bisogno di proclami, parlano i film», sottolinea Nastasi.
Tra i film più attesi spicca “Dracula – L’amore perduto” di Luc Besson con Caleb Landry Jones, Christoph Waltz e Matilda De Angelis. Andrea De Sica firma “Gli occhi degli altri”, annunciato come choc della Festa: il caso Casati Stampa (1970) rivive con Filippo Timi nel ruolo del conte e Jasmine Trinca in quello della moglie. Monica Guerritore debutta alla regia con “Anna”, primo film dedicato ad Anna Magnani (con Tommaso Ragno nei panni di Rossellini). Dario D’Ambrosi presenta “Il principe della follia” con Stefano Zazzera (Parkinson). Pietro Castellitto è “Il falsario” di Stefano Lodovichi, ambientato nella Roma anni Settanta; tra le opere prime, attesa per “Breve storia d’amore” di Ludovica Rampoldi.
La cronaca recente entra in sala con “40 secondi” di Vincenzo Alfieri, sulle 24 ore che precedono l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, e con “5 secondi” di Paolo Virzì (con Valerio Mastandrea). Francesca Archibugi torna con “Illusione” (con Trinca e Michele Riondino), mentre Jim Sheridan e David Merriman indagano il caso Sophie Toscan du Plantier in “Re-creation”.
Ricchissima la linea musicale: “Rino Gaetano sempre più blu” di Giorgio Verdelli e Luca Rea; “It’s never over, Jeff Buckley” di Amy Berg; “Allevi – Back to life”, oltre ai ritratti di Brunori Sas, Lucio Corsi e Willie Peyote. Sul fronte dei conflitti, la Palestina è raccontata da “Put your soul on your hand and walk” di Sepideh Farsi e “Once upon a Time in Gaza” di Arab e Tarzan Nasser; sull’Ucraina arriva “2000 Meters to Andriivka” di Mstyslav Chernov.
La Festa intreccia così memoria, attualità e popolarità, accostando scelte cinefile a opere di ampio richiamo. Un mosaico che tiene insieme icone (da Magnani a Verdone) e nuove voci, confermando Roma come piattaforma in cui il cinema legge il presente e lo rilancia al pubblico più vasto.