
Faccia a faccia Meloni-Von der Leyen. Tema: i dazi Usa e l’automotive

Mentre la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina si apre alla Nuvola dell’Eur, un’altra trattativa si gioca dietro le quinte. Protagoniste Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, impegnate in un faccia a faccia riservato per discutere di una questione che preoccupa Roma e Bruxelles: la guerra commerciale con gli Stati Uniti. Mentre le proposte europee giacciono sul tavolo dello Studio Ovale in attesa di una mossa decisiva da parte di Donald Trump, l’Italia si gioca una partita fondamentale per proteggere il proprio export, secondo solo a quello tedesco.
L’obiettivo è quello di “sminare” i dossier più delicati, trattando con responsabilità e realismo: questa la linea espressa da Giorgia Meloni alla presidente della Commissione europea. I segnali dalla Casa Bianca parlano di una possibile esenzione dai dazi per le auto prodotte in Europa, ma solo entro certi volumi e con la promessa di investimenti produttivi negli USA: un’opportunità per Stellantis e Mercedes, ma una trappola per realtà come la Volvo svedese, priva di una reale presenza industriale americana. Sullo sfondo, sempre in tema automotive, la revisione delle norme folli del Green Deal che stanno mettendo in ginocchio il settore in Europa.
Nonostante l’apparente solidità dell’Unione, le divisioni interne si acuiscono. Oggi si riuniscono gli ambasciatori dei 27, mentre lunedì sarà la volta dei ministri del Commercio. Si valuta se accettare passivamente i dazi statunitensi o rispondere con contro-dazi ridotti, già tagliati da 95 a 70 miliardi per non esasperare Trump. Il primo pacchetto approvato dall’UE verrà probabilmente congelato, per evitare che la tregua commerciale venga meno.
Meloni, pur mantenendo un profilo istituzionale, lavora al telefono con Trump per evitare uno scontro doganale. Condivide con von der Leyen l’obiettivo di proteggere i settori strategici, in particolare l’automotive. “Vogliamo contenere i danni ed evitare guerre di quartiere”, avrebbe confidato la premier, aprendo anche al sostegno per l’accordo commerciale con il Mercosur, caldeggiato dalla stessa von der Leyen.
Intanto, la presidente della Commissione europea supera la mozione di sfiducia legata al “Pfizergate”, ma il voto evidenzia tensioni crescenti. Con 360 voti contrari, 175 favorevoli e 18 astenuti, von der Leyen resta in sella, ma registra un calo preoccupante rispetto ai 401 consensi ricevuti un anno fa. “Il nostro sostegno non è garantito”, ha ammonito la capogruppo liberale Valérie Hayer, denunciando le presunte intese con l’estrema destra.
In Italia, il voto ha riacceso la strana alleanza gialloverde, con Lega e M5S unite per sfiduciare von der Leyen; Pd e Forza Italia hanno votato in maniera favorevole alla Presidente della Commissione, mentre Fratelli d’Italia ha scelto l’astensione, confermando la linea della premier: non sostenere, ma allo stesso tempo non rompere i ponti con Bruxelles, soprattutto in una fase geopolitica così delicata. Anche per questo, la presidente della Commissione ha lasciato Strasburgo per essere a Roma. “In un mondo instabile, l’UE ha bisogno di forza e visione”, ha scritto su X.