Edicole in crisi, dal 2010 chiuse oltre il 70%: servono incentivi

08/08/2025

Dal 2010 a oggi, in Italia, più di sette edicole su dieci hanno abbassato le saracinesche. Secondo i dati del Sinagi (Sindacato nazionale giornalai d’Italia), il numero di punti vendita “esclusivi” — ovvero chioschi che vendono solo giornali e riviste — è passato da oltre 38mila a circa 11mila. La crisi colpisce soprattutto i piccoli centri, dove la chiusura di un’edicola significa non solo la perdita di un esercizio commerciale, ma anche di un luogo di socialità e di servizi per la comunità. «Il reddito medio di un’edicola oggi è di circa 900 euro al mese — denuncia al Messaggero il segretario generale Giuseppe Marchica — e quando il titolare va in pensione, spesso nessuno rileva l’attività».

Le ragioni di questo declino sono molteplici: concorrenza di internet, aumento dei costi e delle tasse, burocrazia, riduzione dei nuovi lanci editoriali e concentrazione della distribuzione. Per contrastare l’emorragia, a giugno il governo ha stanziato 17 milioni di euro per sostenere la rete di vendita, destinati non solo alle edicole tradizionali ma anche ai punti vendita misti e alla distribuzione nei comuni sotto i 5mila abitanti.
Oltre a ciò, sono stati previsti 65 milioni di euro per le società editrici, con contributi fino a 4mila euro per le edicole, pari al 60% delle spese sostenute nel 2024. Per i distributori, è previsto un contributo di 800 euro per ogni comune sotto i 5mila abitanti servito, che sale a mille euro per i territori montani o a bassa densità di popolazione.

Il sostegno economico è stato accolto positivamente, ma non basta. «Ora servono regole condivise», spiega Marchica, chiedendo un tavolo unitario con tutta la filiera per trovare soluzioni di lungo periodo. Anche Confcommercio sollecita il governo a rendere strutturali le misure, così da garantire stabilità e attrarre nuovi investimenti. «Solo con incentivi costanti — afferma Renato Russo, presidente di Snag Confcommercio — potremo favorire il ricambio generazionale e restituire alle edicole il loro ruolo centrale nella società».
Il tema non riguarda solo l’economia, ma anche la democrazia: come ha ricordato il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini, le edicole restano un presidio fondamentale per garantire ai cittadini un’informazione certificata e accessibile.

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