
E’ un errore umano la probabile causa dell’esplosione del deposito di gpl

Un tragico errore umano sarebbe all’origine dell’esplosione che, venerdì 5 luglio, ha devastato il distributore Eni di via dei Gordiani 34, a Roma. È questa l’ipotesi più accreditata secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti. L’esplosione, preceduta da un incendio e una massiccia perdita di gas, ha provocato due feriti gravi, danneggiato strutture pubbliche e allertato le autorità ambientali per la diffusione di diossina nell’aria.
Secondo i video di sorveglianza e il racconto dell’impiegato del distributore, uno dei due feriti, tutto è iniziato con le operazioni di rifornimento di gas da un’autocisterna. Durante la fase iniziale, si sarebbe verificato lo strappo di una valvola, provocando una fuoriuscita massiccia di GPL, seguita da un incendio e due esplosioni ravvicinate.
“È come se la valvola non fosse stata sigillata correttamente”, spiegano fonti investigative. Ma resta ancora da stabilire se l’errore sia imputabile all’autista dell’autocisterna o all’addetto del distributore. La Procura ha aperto un fascicolo per disastro e lesioni colpose, e ha disposto una super consulenza tecnica per accertare le responsabilità e verificare eventuali violazioni delle norme di sicurezza.
L’autista dell’autocisterna è ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale Sant’Eugenio, in condizioni gravissime. L’impiegato del distributore, con ustioni multiple, si trova al Gemelli, ma è cosciente. Entrambi hanno tentato di avvisare il personale del vicino centro di raccolta ambulanze, ma la struttura era ancora chiusa al momento dell’incidente.
A complicare la situazione, anche la presenza di bombole d’ossigeno nella rimessa adiacente, esplose a causa del calore, aggravando l’impatto dell’esplosione. L’onda d’urto ha provocato danni a un centro sportivo e a una scuola, con quest’ultima che rischia ora di non riaprire per l’inizio dell’anno scolastico.
Dal punto di vista ambientale, l’Arpa Lazio ha rilevato diossina nell’aria fino a 1 picogrammo per metro cubo tra venerdì e sabato. Un valore sceso a 0,1 picogrammi già nella giornata successiva. Resta in vigore la raccomandazione di lavare accuratamente frutta e verdura prima del consumo.
Il distributore Eni è stato posto sotto sequestro per permettere l’esecuzione dei rilievi tecnici e della bonifica dell’area, che durerà diversi giorni. Nessuno risulta ancora iscritto nel registro degli indagati, ma “nei prossimi giorni lo scenario potrebbe cambiare”, fanno sapere dalla Procura.
Non si esclude che, oltre ai reati già contestati, possano essere aggiunti illeciti di tipo ambientale, anche se i dati dell’Arpa fanno pensare a un rischio contenuto. In parallelo, si continua a visionare i filmati, ascoltare testimoni e lavorare sulle possibili inadempienze nella gestione dell’impianto.
Mentre la magistratura lavora per accertare le responsabilità, resta la paura tra i residenti evacuati venerdì, molti dei quali hanno trovato ospitalità da amici e parenti. Il caso ha riaperto il dibattito sulla sicurezza dei distributori cittadini e sulla necessità di controlli più rigorosi nelle operazioni di carico di carburanti altamente infiammabili.