
Doppio omicidio al Pigneto, la pista del riciclaggio di denaro sporco

Un agguato efferato, sei colpi di pistola e un possibile messaggio mafioso. È il tragico scenario emerso lunedì scorso in via Prenestina 62, quartiere Pigneto, dove sono stati uccisi Zhang Dayong, 53 anni, e la sua compagna Gong Xiaoqing, 38 anni. L’uomo, noto negli ambienti della criminalità cinese con il soprannome “Asheng”, era già finito sotto la lente degli investigatori nell’ambito dell’inchiesta “China Truck” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Le indagini ora ipotizzano che il movente dell’omicidio sia legato a un sofisticato sistema di riciclaggio internazionale che muove un vero e proprio fiume di denaro.
Zhang Dayong, secondo gli inquirenti, era il braccio destro del boss Naizhong Zhang, detto “L’Uomo Nero”, considerato a capo della mafia cinese in Europa. A Roma, Zhang gestiva formalmente due negozi a piazza Vittorio, ma era ritenuto dagli investigatori il referente cittadino per le attività illecite del clan. Già nel 2012 era coinvolto nella gestione di bische clandestine, nell’usura e nelle spedizioni punitive contro i debitori insolventi. Il denaro al centro dei sospetti, almeno duemila euro trovati nella borsa di Zhang al momento dell’omicidio, potrebbe provenire da una rete di riciclaggio ancora attiva nella Capitale.
Le modalità dell’agguato lasciano pochi dubbi sulla sua natura premeditata. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso la scena, seppur con immagini sgranate, facendo emergere la possibile presenza di più persone. Il killer ha agito con freddezza, sparando e poi allontanandosi a piedi, senza fretta, lasciando intendere che potesse contare su una rete di appoggio. Prima dell’attacco, aveva suonato diversi citofoni e si era spinto fino al secondo piano del palazzo, dove abitavano le vittime. Un testimone ha descritto l’uomo come alto circa 1,65 metri, ma non è riuscito a fornire un’identificazione precisa.
Gli investigatori stanno ora incrociando i dati GPS delle biciclette elettriche con cui la coppia era rientrata a casa poco prima dell’omicidio, nella speranza di ricostruire i movimenti precedenti. Sono stati inoltre prelevati campioni di DNA dalla scena del crimine, che verranno analizzati per trovare corrispondenze nelle banche dati delle forze dell’ordine. Intanto, l’autopsia ha confermato che Zhang è stato raggiunto da quattro colpi, due dei quali alla testa, mentre la compagna è stata colpita una sola volta. Un’esecuzione che sembra nascondere un avvertimento all’interno di una guerra silenziosa e spietata della criminalità organizzata cinese.