
Dario Costantini rieletto alla guida di CNA, nel segno della continuità
Si è chiusa a Roma la due giorni dell’Assemblea nazionale della CNA, un appuntamento che ha segnato la riconferma di Dario Costantini alla presidenza nazionale e che ha definito le priorità strategiche per il prossimo quadriennio. Una riconferma nel segno della continuità, ma anche di una visione che guarda alla trasformazione dell’artigianato come motore essenziale della competitività italiana. All’evento hanno preso parte le più alte istituzioni dello Stato, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme a numerosi ministri, rappresentanti del Parlamento e leader di partito. Particolarmente significativa anche la presenza di una numerosa delegazione piemontese, a testimonianza del peso crescente che il territorio riveste nel sistema CNA.
La relazione di Costantini è stata introdotta da un’intervista a Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, che ha ribadito la necessità di un’Europa capace di accompagnare imprese e territori attraverso le transizioni in corso. Nel corso dell’Assemblea è stato letto anche un messaggio di Papa Leone, che ha richiamato il valore umano e comunitario del lavoro artigiano, inteso non soltanto come produzione ma come identità culturale e sociale del Paese.
Nel suo intervento, Costantini ha tracciato un bilancio dei quattro anni appena conclusi, segnati da rincari energetici, tensioni internazionali e una stretta creditizia senza precedenti. Ha descritto le difficoltà affrontate dalle piccole imprese, ma anche la capacità di reagire, raccontata attraverso storie di imprenditori che hanno incarnato le cinque parole chiave del nuovo mandato: lavoro, energia, credito, semplificazione e riforma della legge quadro dell’artigianato. Il presidente ha sottolineato la gravità della situazione occupazionale: una impresa su tre non trova candidati idonei e solo l’11% individua un profilo adeguato, mentre la trasmissione d’impresa rischia di perdere competenze preziose senza strumenti fiscali e finanziari adeguati. L’artigianato, ha ricordato, è anche innovazione: oggi il 30% delle aziende utilizza stabilmente l’intelligenza artificiale, un dato raddoppiato in un solo anno.
Il tema del credito è stato affrontato con particolare nettezza: negli ultimi quindici anni i finanziamenti alle piccole imprese sono crollati del 75%, con un ulteriore -23% nel quadriennio più recente. Costantini ha indicato la Nuova Artigiancassa come possibile leva di svolta, così come il rafforzamento dei Confidi, già in grado di erogare 300 milioni di euro e garantire operazioni per oltre 6 miliardi. Altrettanto centrale la questione energetica: mentre il prezzo all’ingrosso è tornato ai livelli pre-crisi, le bollette delle imprese restano più alte del 50% rispetto a quattro anni fa. Da qui la richiesta di riformare gli oneri di sistema, oggi doppi rispetto alla media europea, e di aumentare la concorrenza in un mercato che dal 2021 ha generato 70 miliardi di profitti.
Nel suo intervento, Costantini ha denunciato inoltre il peso della burocrazia, che continua a frenare investimenti e crescita. Secondo CNA, le 100 proposte di semplificazione presentate negli ultimi mesi permetterebbero risparmi fino a 7 miliardi l’anno, senza costi per lo Stato. Il decreto attualmente in lavorazione con il ministro della Semplificazione Paolo Zangrillo dovrebbe ridurre di circa 1.500 euro gli oneri amministrativi per ogni impresa. Centralissima anche la riforma della legge quadro dell’artigianato, ferma da 40 anni: la delega approvata nella legge annuale sulle PMI apre ora una finestra di nove mesi per scrivere un quadro normativo moderno che restituisca all’artigianato italiano un ruolo strategico.
L’Assemblea nazionale, con la riconferma di Costantini, segna dunque un nuovo punto di partenza: un mandato che guarda alla trasformazione profonda dell’artigianato italiano, chiamato a essere protagonista di un modello di sviluppo moderno, inclusivo e competitivo.