
Dal Ministro Piantedosi la proposta del riconoscimento facciale negli stadi

Dal palco del Forum in Masseria a Manduria, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha lanciato una proposta destinata a far discutere. Alla presenza di politici e imprenditori, il titolare del Viminale ha acceso i riflettori sull’uso della tecnologia biometrica per migliorare la sicurezza negli stadi e prevenire lo spaccio di droga, fenomeno che, a suo dire, colpisce in particolare “alcune curve delle città delle principali aree metropolitane”.
“Gli stadi si sono trasformati in importanti piazze di spaccio. Lo Stato non può accettare uno svantaggio competitivo rispetto alla criminalità”, ha dichiarato. Il progetto ruota attorno alla possibilità di utilizzare i dati biometrici – come il riconoscimento facciale – per rafforzare i controlli agli ingressi degli impianti sportivi. Una tecnologia che già esiste ma che, spiega Piantedosi, oggi “è vincolata solo a determinati usi giudiziari”.
Il piano non è privo di ostacoli, soprattutto sul fronte della privacy. Piantedosi ha spiegato che il tema è oggetto di dialogo con il Garante della Privacy, affinché si possa trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e tutela dei diritti individuali. Nonostante le cautele, le opposizioni non hanno tardato a reagire. Dura la posizione di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha bollato l’iniziativa come “un’idea degna di uno Stato di polizia” e paventa l’estensione dell’uso dei dati biometrici “a tutti i cittadini, ben oltre gli eventi sportivi”.
Oltre alla tecnologia biometrica, il ministro ha confermato anche la progressiva diffusione delle bodycam tra gli agenti delle forze dell’ordine, già sperimentate da Polizia e Carabinieri. “Partirà a breve la procedura di acquisizione e poi l’impiego sarà esteso gradualmente”, ha annunciato.
Importante anche l’assistenza legale garantita agli agenti coinvolti in procedimenti per fatti avvenuti durante il servizio: “Vale anche per i carabinieri nel caso dell’inseguimento di Ramy”, ha specificato. La norma è già entrata in vigore, con una prima applicazione per “due poliziotti che hanno assicurato alla giustizia l’autore dell’omicidio del carabiniere a Francavilla Fontana”.
Infine, Piantedosi ha annunciato una missione congiunta in Libia per discutere di migrazioni, in collaborazione con Grecia, Malta e la Commissione Europea. Il viaggio toccherà Tripoli e Bengasi, con l’obiettivo di valutare nuove sinergie.
Importante anche la prossima sentenza della Corte di Giustizia UE sui cosiddetti “Paesi sicuri”, attesa per i primi di agosto. “Contiamo in un giudizio favorevole per poter rendere pienamente operativo il progetto dei centri in Albania”, ha confidato il ministro, rilanciando il suo approccio rigoroso in tema di immigrazione.