
Crollo Torre dei Conti, spunta un documento chiave per le indagini
Prosegue l’inchiesta della Procura di Roma sul crollo della Torre dei Conti ai Fori Imperiali, tragedia che ha causato la morte di un operaio e il ferimento di altri due. Tra i documenti sequestrati dagli inquirenti è emersa una relazione che potrebbe rivelarsi decisiva per ricostruire la catena delle responsabilità: un documento tecnico che certificava l’idoneità statica del monumento medioevale, firmato prima dell’inizio dei lavori di restauro. Le indagini strutturali, affidate dalla Sovrintendenza capitolina a consulenti esterni, sono ora sotto esame da parte della magistratura.
I pubblici ministeri Mario Dovinola e Fabio Santoni, coordinati dagli aggiunti Antonino Di Maio e Giovanni Conzo, hanno incaricato un team di ingegneri e architetti esperti, già coinvolti nel caso del crollo del tetto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami nel 2018. L’obiettivo è verificare se gli interventi di restauro, avviati il 19 giugno scorso, fossero adeguati a una struttura fragile e chiusa dal 2007. Il primo lotto dei lavori, del valore di 403mila euro su un appalto complessivo da 6,9 milioni finanziato con fondi del Pnrr, avrebbe dovuto concludersi il 19 ottobre. Gli operai stavano intonacando alcune pareti e lavorando vicino al vano di un piccolo ascensore quando si è verificato il cedimento. Secondo le prime ipotesi, proprio le microdemolizioni e gli interventi di rimozione avrebbero potuto indebolire ulteriormente la stabilità della torre.
La Sovrintendenza ha chiarito che la progettazione esecutiva era stata affidata a tre diversi professionisti in base alle loro competenze specifiche e che la gara per l’esecuzione è stata gestita dalla Società Giubileo 2025. Le ditte incaricate, Edilerica Appalti e Costruzioni e Picalarga srl, sono entrambe specializzate in restauri monumentali. I pm indagano per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose, con l’accusa di violazioni della normativa antinfortunistica. L’inchiesta segue due filoni: da un lato la ricostruzione della dinamica dei due crolli, avvenuti a distanza di un’ora; dall’altro, l’analisi dell’intero iter di assegnazione degli appalti e del rispetto delle procedure di sicurezza.
La Sovrintendenza capitolina ha ribadito che non vi è stato alcun ricorso al massimo ribasso né appalti a cascata, e che tutti gli affidamenti diretti riguardavano esclusivamente servizi tecnici e verifiche. Ieri i carabinieri del Nucleo investigativo, insieme ai pm, hanno effettuato un sopralluogo sul posto, anche con l’ausilio di un drone per monitorare dall’alto la struttura. Verranno esaminati i ponteggi, i macchinari e l’equipaggiamento utilizzato dagli operai, oltre ai documenti relativi all’avvio dei lavori.
Gli investigatori stanno inoltre cercando di capire se prima del crollo ci fossero segnali d’allarme trascurati. Gli operai sopravvissuti, già ascoltati come testimoni, potrebbero fornire elementi utili per chiarire se vi siano state negligenze o errori umani. Nei prossimi giorni verranno effettuati controlli statici anche sugli edifici vicini, nella zona di piazza Corrado Ricci.
Intanto è attesa per oggi l’autopsia sul corpo di Octavian Stroici, 66 anni, l’operaio romeno rimasto intrappolato per oltre undici ore sotto le macerie. La Filca-Cisl ha espresso cordoglio e sollevato un tema cruciale: “L’età dei lavoratori coinvolti deve far riflettere sulla necessità di anticipare l’età pensionabile per gli operai edili, categoria tra le più esposte a rischi e fatiche”.
M.M.