
Conferenza nazionale sulle dipendenza, è allarme per le nuove droghe
All’Auditorium della Tecnica, nel cuore dell’Eur, si è svolta la settima Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, operatori del settore e volontari provenienti da tutta Italia. L’affluenza è stata altissima: la platea da 750 posti non è bastata a contenere il pubblico, con molte persone costrette a restare in piedi. Un segnale forte, sottolineato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha ricordato come la conferenza non si tenesse in una composizione così ampia da oltre sedici anni. «Lo abbiamo fatto consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra», ha dichiarato la premier, evidenziando la necessità di un’azione corale per contrastare il dramma delle dipendenze.
A introdurre i lavori è stato il sottosegretario Alfredo Mantovano, titolare del dossier, che ha parlato di un momento di “verifica” per valutare l’efficacia delle politiche finora adottate e proporre eventuali correzioni legislative. «Solo la compattezza delle istituzioni consente di affrontare in modo adeguato la tragedia delle dipendenze», ha affermato. Un appello condiviso anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un messaggio ha definito la conferenza un passo importante per unire le forze nella strategia di contrasto e nel recupero di chi cade vittima delle dipendenze.
La presidente Meloni ha poi sottolineato l’evoluzione del fenomeno, con nuove forme di dipendenza che si affiancano a quelle tradizionali: «Le vecchie dipendenze si intrecciano con le nuove, generando fragilità e problemi sconosciuti in passato». L’Italia, ha ricordato, è tra i primi Paesi ad aver elaborato un Piano nazionale di prevenzione del Fentanyl e degli oppioidi sintetici, mentre nel suo videomessaggio Papa Leone XIV ha invitato a riflettere anche sulle dipendenze non legate alle sostanze, come l’abuso di internet, gioco d’azzardo, pornografia e social media. «Nessuno si salva da solo», è stato il messaggio condiviso da tutti i relatori, dallo stesso Pontefice al capo dello Stato e alla premier.
Dal palco, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha offerto un toccante ricordo personale: «Ho visto tante madri piangere per i figli tossicodipendenti, io stesso ho pianto per un amico morto a dieci anni». Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha riconosciuto che «si può fare di più», sottolineando l’importanza della consapevolezza per superare la sofferenza. A fornire alcuni dati è stato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni: nel 2025 le risorse destinate alla lotta alle dipendenze sono state quasi raddoppiate, raggiungendo 164 milioni di euro, con 130mila persone seguite, di cui l’88% recidive.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha ribadito la necessità di una rete che coinvolga Stato, Comuni, scuola, volontariato e ricerca. All’esterno, però, non sono mancate le proteste: Più Europa e Meglio Legale hanno organizzato un flash mob contro le politiche del governo sulla cannabis. «Questa conferenza non celebra un successo, ma certifica il fallimento delle politiche proibizioniste», ha dichiarato Riccardo Magi.
Malgrado le divisioni, la conferenza si è chiusa con un impegno comune: continuare il percorso di cooperazione tra istituzioni e società civile. «Non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza», ha concluso Mantovano, sintetizzando il senso della giornata.