Civitavecchia: vicepreside arrestato per abusi sulle studentesse

18/05/2025

Un’inchiesta sconcertante ha portato all’arresto di un professore di 40 anni, originario di Frosinone, in un istituto superiore di Civitavecchia. Il docente, che ricopriva anche il ruolo di vicepreside, è accusato di violenza sessuale su minore e induzione indebita a dare o promettere utilità. L’indagine dei carabinieri ha svelato un quadro inquietante di presunti abusi perpetrati ai danni di alcune studentesse, coinvolte in “giochi” equivoci e attività extra-scolastiche.

Oltre all’arresto del vicepreside, per altri tre insegnanti residenti tra Civitavecchia e Tarquinia è stato disposto l’obbligo di dimora. Le accuse nei loro confronti riguardano presunte condotte omissive, per non essere intervenuti mentre il loro collega compiva atti espliciti.

Al centro dell’inchiesta vi è un istituto superiore locale, dove il vicepreside avrebbe gradualmente avvicinato un gruppo di studentesse, coinvolgendole in attività inappropriate che sarebbero degenerate in abusi e violenze, in alcuni casi presentate come parte della “formazione didattica“. Al momento, sono due gli episodi denunciati da due alunne e contestati al professore e, per omissione, agli altri tre docenti.

Il racconto di una delle vittime getta una luce sinistra su un campeggio estivo organizzato a Orbetello. «Eravamo in campeggio, ero bendata, sdraiata sul tavolo e stavo partecipando al gioco: dovevo indovinare cosa mi stavano spalmando addosso. Solo al termine del gioco ho saputo che quando era arrivato il turno del prof, ne aveva approfittato per toccarmi i glutei e le gambe,» ha raccontato agli investigatori la giovane, sconvolta dall’accaduto.

L’avvocato Lorenzo Mereu, legale della famiglia della vittima, ha spiegato al quotidiano Il Messaggero: «Una situazione molto delicata, la ragazza è stata seguita passo passo. Già in quei giorni in Toscana era sconvolta, piangeva. I professori hanno minimizzato, le ripetevano che si era trattato di un gioco.» La denuncia è stata depositata a dicembre, dopo che la ragazza, con il sostegno dei genitori, ha compreso la gravità di quanto subito. Durante quel “gioco”, le studentesse erano in costume da bagno e il prof avrebbe utilizzato la scusa dell’attività ludica per compiere gli abusi. «La mia assistita era bendata in quel momento – sottolinea l’avvocato – l’abuso è avvenuto con la scusa del gioco.»

Ma le presunte attività inappropriate non si sarebbero limitate al campeggio. Durante le vacanze di Natale, il docente avrebbe organizzato un incontro a casa sua, un “contest” il cui premio per le vincitrici era l’assicurazione del posto per il successivo campeggio estivo. Anche in questa occasione, alle studentesse era stato chiesto di presentarsi in costume da bagno. Il gioco consisteva nel trovare bigliettini nascosti addosso al professore. Una delle invitate, percependo disagio, ha rifiutato di partecipare e ha raccontato l’accaduto ai genitori.

«Ha un grande carisma, un forte ascendente sui ragazzi e una grande influenza sui suoi colleghi, che erano presenti al momento degli abusi e che non hanno percepito la gravità di quanto accaduto,» spiegano gli investigatori, ancora impegnati in una complessa indagine che ha subito un’accelerazione con la seconda denuncia presentata a gennaio.

A seguito dell’inchiesta, l’istituto ha sospeso il professore 40enne e, da ieri, sarebbero sospesi anche i tre colleghi per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora. «Fino a quando la situazione non sarà chiarita non interverremo,» precisano dalla direzione scolastica.

Le indagini non si fermano alle denunce già presentate. I carabinieri hanno ascoltato alunni e insegnanti, delineando un quadro più ampio di comportamenti inappropriati che si sarebbero verificati anche durante le ore di lezione.

Gli investigatori stanno inoltre approfondendo le modalità di organizzazione delle attività esterne e l’utilizzo di eventuali fondi da parte del docente. In un inquietante episodio emerso dalle testimonianze, avrebbe inviato a una studentessa un bigliettino con la frase: «Ti vorrei vivere.» L’inchiesta è in corso e si attendono ulteriori sviluppi per fare piena luce su questa torbida vicenda.

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