
Chiesa, via libera al Cammino sinodale: più inclusione per donne e Lgbt+
Con una maggioranza schiacciante di 781 voti favorevoli e solo 28 contrari, la Chiesa italiana ha approvato il documento conclusivo del Cammino sinodale 2021-2024, un percorso di confronto interno durato tre anni. Alla votazione, avvenuta all’hotel Ergife di Roma, hanno partecipato 809 delegati, tra vescovi, rappresentanti diocesani e laici scelti dalle comunità. Il testo, approvato dopo un lungo e complesso lavoro di mediazione tra posizioni progressiste e conservatrici, rappresenta una svolta culturale e pastorale per la Chiesa del Paese. Come ha commentato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, «ora è compito dei pastori assumere tutto, individuare priorità e coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole».
Tra i punti più significativi del documento, approvato voce per voce, c’è l’invito a superare ogni forma di discriminazione verso le persone omoaffettive e transgender, così come verso i loro genitori. Le diocesi sono chiamate a inserire percorsi di accompagnamento e integrazione nella pastorale ordinaria, in linea con la visione inclusiva di Papa Francesco, che ha più volte ribadito il principio del «todos, todos, todos». Il documento invita inoltre a sostenere con la preghiera e la riflessione le giornate promosse dalla società civile contro l’odio e la violenza, come quelle legate ai pride e alle campagne anti-discriminazione. Nonostante alcune resistenze interne, l’approvazione a larga maggioranza testimonia un cambiamento ormai irreversibile nel modo in cui la Chiesa guarda alla diversità e ai diritti umani.
Ampio spazio è stato dedicato anche alla partecipazione delle donne nella vita ecclesiale. Pur non prevedendo l’accesso agli ordini sacri, il documento afferma il diritto delle donne a ricoprire ruoli di governance e responsabilità all’interno delle strutture diocesane, nelle facoltà teologiche e nei seminari. L’obiettivo è garantire una reale parità di genere nella Chiesa italiana. Inoltre, viene incoraggiata una riflessione approfondita sul tema del diaconato femminile, invitando le università teologiche a contribuire con studi e proposte concrete.
Il testo riafferma l’opzione preferenziale per i poveri, la necessità di una Chiesa più pacifista e solidale, e la contrarietà alla presenza di cappellani militari, in linea con la dottrina sociale di Papa Francesco. Si tratta, come ha sottolineato il cardinale Zuppi, di un passaggio epocale che apre la strada a una Chiesa “in costruzione”, più dialogante e vicina ai bisogni del presente. A novembre, durante l’assemblea riservata ai soli vescovi, è previsto un ulteriore confronto sulle modalità di attuazione delle proposte. Ma il percorso è ormai tracciato: la Chiesa italiana imbocca con decisione la via della sinodalità e dell’inclusione, nella scia del processo mondiale voluto da Francesco.