
Centocelle: travolto sul monopattino, 17enne muore dopo 48 ore di coma

«Il cuore di Lollo ora batte nel corpo di una mamma di tre figli». È con queste parole che la famiglia di Lorenzo Rastelli, 17 anni, ha annunciato la donazione degli organi del giovane calciatore della ASD Certosa, deceduto dopo due giorni di agonia all’ospedale Vannini. Una scelta di amore e generosità, maturata nel dolore più profondo, che ha trasformato una tragedia in un gesto di speranza per altri.
La notte tra martedì e mercoledì, poco dopo l’1.30, Lorenzo è stato investito da una Fiat Panda mentre percorreva in senso opposto via Casilina a bordo di un monopattino elettrico a noleggio, all’altezza di viale della Primavera. Il conducente dell’auto, un ventenne, è risultato negativo all’alcol e al drug test. Le condizioni del ragazzo sono apparse subito disperate. Trasportato d’urgenza al Vannini, Lorenzo è rimasto in coma fino a venerdì, quando il suo cuore ha smesso di battere.
Gli agenti della Polizia Locale del V Gruppo hanno avviato un’indagine per omicidio stradale. La Procura valuterà la posizione del conducente. Sono in corso accertamenti su eventuali telecamere di sorveglianza e sulla raccolta di testimonianze utili a ricostruire la dinamica.
Il luogo dell’incidente si è trasformato in un altare spontaneo: fiori, biglietti, sciarpe della Roma – la squadra del cuore di Lorenzo – e una poesia struggente intitolata “Le scarpe di Lollo” ricordano il ragazzo amato da tutti. La ASD Certosa Calcio è in lutto. «L’ultima volta l’ho visto venti giorni fa, sorridente e pieno di vita», ha raccontato un dirigente. Il direttore sportivo Paolo Michesi è sconvolto: «Giocava con noi da tre anni, aveva talento e determinazione. Si era appena ripreso da un infortunio e si allenava con impegno per tornare in campo».
Lorenzo era un esterno destro velocissimo, protagonista prima nell’Academy e poi nella squadra regionale Under 17, allenata da mister Raniero Camerino. Il suo ricordo è ancora vivo tra i giovani che calciano un pallone nei campetti di Centocelle, lo stesso quartiere dove lui viveva e sognava. La sua umanità, generosità e passione per il calcio restano scolpite nei cuori di chi l’ha conosciuto. E ora, grazie alla donazione degli organi, anche nei corpi di chi ha ricevuto il dono della vita.