
Celebrata l’ebraica Festa delle Luci a piazza Barberini

Domenica pomeriggio, la magia della Channukkà – la Festa delle Luci – ha illuminato Piazza Barberini a Roma con l’accensione dei primi cinque bracci del grande candelabro, la Channukkià. Questo evento, che si ripete da 37 anni, è stato organizzato dal movimento ebraico internazionale Chabad-Lubavitch e ha visto la partecipazione di figure di spicco come il sindaco Roberto Gualtieri, l’ambasciatore statunitense Jack A. Markell, e rappresentanti delle ambasciate di Israele e Argentina. La cerimonia, officiata dal rabbino Yitzhak Hazan insieme al figlio Shalom e al presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, ha radunato un centinaio di persone tra turisti e residenti, perpetuando una tradizione iniziata dal Rabbino capo Elio Toaff.
La festa di Channukkà, che in ebraico significa “inaugurazione”, celebra la vittoria dei Maccabei contro le persecuzioni elleniche e il miracolo dell’olio: otto giorni di luce con una quantità sufficiente per uno solo. Durante la cerimonia, è stata accesa la quinta candela del candelabro, che simboleggia l’unità e la speranza. Il candelabro stesso ha otto bracci più un nono, lo Shammash, utilizzato per accendere le altre candele. La celebrazione è culminata con l’accensione della Channukkià al Colosseo lunedì 30 dicembre, un evento che si unisce alle oltre 15.000 accensioni pubbliche organizzate in tutto il mondo, dalla Casa Bianca alla Tour Eiffel, fino a Mumbai. Come da tradizione, sono stati offerti i dolci tipici, i Sufganiot, soffici krapfen fritti ripieni di marmellata, crema o cioccolato.
Durante l’evento, il sindaco Gualtieri ha espresso parole di augurio alla Comunità ebraica, sottolineando il valore simbolico della luce come resilienza e speranza. «Sono felice di essere qui per una festa così importante: luce significa energia, resilienza e speranza, tutte cose di cui abbiamo bisogno. Noi continueremo a essere vicini all’amatissima Comunità ebraica di Roma, non solo nelle difficoltà, ma anche nei momenti di gioia». Questo rito annuale non solo porta gioia e calore alla Capitale, ma rinsalda i legami di solidarietà e unità, valori fondamentali per affrontare le sfide del presente e del futuro.