
Caso Pozzolo: la pistola che aveva lo doveva difendere dagli Iraniani, ma perché?

Il deputato Emanuele Pozzolo, membro della Commissione Affari Esteri, aveva ottenuto il permesso di porto d’armi a causa di minacce ricevute sui social media, presumibilmente legate alla sua posizione sulla “questione iraniana”. Tuttavia, portava l’arma persino ad eventi tranquilli come la cena di Capodanno in un piccolo comune nella campagna biellese.
Sebbene le minacce sembrassero provenire dal governo iraniano, la richiesta di difesa personale era in aggiunta alla sua licenza per armi sportive. Pozzolo, appassionato di tiro, poteva trasportare le armi solo tra casa e poligono.
In Italia, nel 2022, solo 12.000 persone avevano questo permesso, con criteri rigorosi per individui a rischio. La richiesta di Pozzolo è stata approvata dopo un lungo esame da parte della Prefettura di Biella e altre autorità.
Le minacce, specialmente dopo la partecipazione a un evento influente al Senato, hanno portato ad una sorveglianza non ufficiale, con polizia e carabinieri che monitoravano i suoi movimenti.
Ora, la Prefettura di Biella ha avviato il processo per ritirare le altre armi di Pozzolo, compresa la pistola coinvolta in un incidente durante la cena di Capodanno, citando gravi problemi nella gestione della sicurezza. Pozzolo ha una settimana per difendersi.
In Italia, l’approvazione di permessi di porto d’armi per difesa personale è rara e segue valutazioni attente di minacce reali. La percentuale di richieste accettate è estremamente bassa.
Le ultime notizie in diretta dalla Capitale Fonte: Il Corriere Della Sera