
Caso Orlandi, nuovi documenti riaprono il giallo sul rapimento

A oltre quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, il caso continua a sollevare interrogativi. Due documenti inediti pubblicati ieri dal Venerdì di Repubblica riaccendono l’attenzione su una delle piste più controverse: quella di un presunto riscatto pagato dal Vaticano per la liberazione della giovane cittadina vaticana. I testi, conservati fino a oggi nell’Archivio centrale di Stato di Roma, offrono versioni contrastanti. Il primo, firmato dal Sismi il 27 luglio 1983, riporta in forma condizionale informazioni riferite da una fonte anonima dell’Arma, secondo cui “ci sarebbe stato già un pagamento di riscatto” e l’ostaggio sarebbe stato ceduto a un altro gruppo.
Il secondo documento, datato 12 agosto dello stesso anno, smentisce ogni coinvolgimento della Santa Sede nei contatti con i rapitori e nel presunto versamento. In esso si ipotizzano anche legami con un profugo bulgaro, Theodor Hlebaroff, ritenuto all’epoca potenzialmente ostile al Vaticano, pista poi accantonata. In una riunione ufficiale, il monsignore della Segreteria di Stato Eduardo Martinez Somalo escluse esplicitamente l’esistenza di trattative o pagamenti davanti al pm Domenico Sica e ad alti rappresentanti delle forze dell’ordine.
Resta il dubbio su un eventuale “rapporto segretissimo” redatto dall’ambasciatore vaticano Claudio Chelli, che la Santa Sede non ha mai riconosciuto ufficialmente. “Non abbiamo mai avuto dubbi che in Vaticano esistesse un fascicolo sul rapimento”, ha dichiarato l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. “Dal 2017 ne chiediamo l’accesso, ora mi auguro che venga finalmente messo a disposizione della procura di Roma e della Commissione parlamentare”.
Critico anche il deputato del Partito Democratico Roberto Morassut, vicepresidente della commissione bicamerale d’inchiesta: “Grave la divulgazione alla stampa di documenti che ci erano stati presentati come privi di contenuto. La commissione verificherà ogni dettaglio con i suoi poteri inquirenti”.